martedì 1 aprile 2014

IL SORRISO CHE FA GUARIRE

Si chiama “gelotologia” ovvero lo studio del riso, ed è una nuova materia specifica della scienza. La terapia del sorrisoOggi, sempre più spesso si sente parlare di comicoterapia, “terapia della risata” o in modo più raffinato di gelotologia (dal greco ghelos: risata), che è appunto lo studio metodologico del ridere in relazione alle sue potenzialità terapeutiche. Per quanto non si lasci facilmente vestire di pomposità accademica, questo particolare campo di studio ha già prodotto come risultato, la riduzione della necessità di consumare antidepressivi, ed altri svariati risultati in diversi campi della medicina. Tra l’altro, il riso simulato spinge il corpo a reagire esattamente come se la risata fosse reale, poiché pian piano, a causa dell’effetto contagio, la risata diviene man mano spontanea. Questo particolare tipo di approccio curativo, nato negli anni Ottanta a New York, si è andato via via diffondendo in tutto il mondo. Fu proprio negli Stati Uniti infatti che apparvero i primi dottori-clown, in conseguenza soprattutto di due esperienze pilota, che diedero notorietà e basi scientifiche a questa terapia. Una di queste vicende è la nota odissea terapeutica del giornalista “Norman Cousins”, resa pubblica grazie al suo libro-testimonianza, che stimolò notevolmente le ricerche nel campo della “psiconeuroendocrinoimmunologia”. Cousins, ammalatosi di spondilite anchilosante (infiammazione cronica alla colonna vertebrale), con una prospettiva di vita piuttosto scarsa, ottenne in un solo anno una guarigione considerata impossibile, grazie a forti “dosi” quotidiane di film comici e consistenti quantità di vitamina C. Investito, in seguito a questa guarigione, della laurea honoris causa, ottenne quel riconoscimento scientifico che costituì la base per ulteriori ricerche in ambito terapeutico. Il dott. “Hunter Patch Adams” è stato invece l’interprete dell’altra splendida esperienza di vita, che ha aperto le strade al recupero della risata in veste curativa. Medico e clown, convinto cultore di questa visione, Adams è riuscito a costruire una clinica – l’Istituto Gesundheit – nel West Virginia, dove sono state curate gratuitamente più di 15.000 persone, con l’aiuto complementare della terapia del sorriso. I risultati delle esperienze ospedaliere di comicoterapia sono stati sin dall’inizio molto incoraggianti. Una ricerca condotta all’interno del New York Presbiterian Hospital, ha comprovato una diminuzione del 50% sui tempi di degenza ospedaliera e un calo dell’uso di anestetici del 20%. Ma dunque che cosa accade all’organismo, quando si ride? Secondo il dott. “Franco Scirpo”, esperto di terapia della risata, ridere provoca: 1 – l’aumento dell’ossigenazione del sangue; 2 – il ricambio della riserva d’aria presente nei polmoni; 3 – la stimolazione della produzione di serotonina; 4 – la stimolazione della produzione di endorfine; 5 – la stimolazione della produzione di anticorpi; 6 – l’aumento dell’irrorazione sanguigna degli organi interni (grazie al massaggio prodotto dai movimenti diaframmatici); 7 – l’aumento dell’irrorazione sanguigna dell’epidermide e dei muscoli facciali; 8 – il miglioramento del tono muscolare addominale; 9 – il miglioramento dell’autostima; 10 – l’aumento delle “energie psichiche”; 11 – la neutralizzazione degli effetti dello stress; 12 – la neutralizzazione degli effetti dell’ansia; 13 – lo sviluppo di una maggiore predisposizione ai rapporti sociali. È importante qui sottolineare il punto 3. Infatti, una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Nature Genetics” e condotta nel North Carolina, ha confermato che gioia e rabbia, memoria e capacità di comprensione, sono strettamente correlati ad alcuni neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina. Questi, a loro volta, sono in un certo senso in relazione con la durata stessa della vita media, secondo la loro maggiore o minore presenza e funzionalità. Nella società contemporanea non si può certo dire che le risate abbondino… Uno studio statunitense ha rilevato come negli anni cinquanta le persone ridessero in media dai 45 ai 60 minuti al giorno, contro i 15 minuti odierni. Questo è stato comprovato anche da una ricerca condotta nel nostro paese, dalla dottoressa “Laura Giordani”, che ha introdotto ed utilizzato “clowns di corsia” negli Ospedali di Santa Chiara a Pisa, e Lotti a Pontedera. La dottoressa Giordani è andata alla ricerca di una conferma di questa ipotesi scientifica, misurando i livelli di cortisolo nei pazienti e ottenendo un riscontro favorevole di un certo rilievo. In pazienti ammalati di cancro, grazie al ricorso alla terapia del sorriso, si è rilevato un aumento delle cellule T e delle natural killer (NK), importantissime per contrastare tale patologia e le infezioni virali. Una ricerca della Indian State University dal titolo: “L’effetto della risata sullo stress e la citotossicità della cellula natural killer”, conferma l’incremento dell’attività delle “cellule assassine”, in seguito ai miglioramenti dell’umore. Tant’è che in Sudafrica, negli ospedali esistono appositi reparti per i malati di cancro, dove si applica la terapia del riso. Un altro uso che si va diffondendo, oltre quello di aiuto nei reparti pediatrici, è la cosiddetta “comicoterapia in sala d’aspetto”, che è in grado di dissolvere la tensione e la paura in pazienti in attesa di esami diagnostici invasivi. Anche questa applicazione ha avuto risultati straordinari. Un’ultima interessante applicazione di questa cura è come prevenzione delle malattie cardiovascolari. Infatti uno studio condotto a Baltimora, dall’Università del Maryland – e presentato a Orlando in Florida all’inizio del 2005, in occasione del convegno annuale dell’American College of Cardiology, uno degli appuntamenti abituali più importanti per i cardiologi di tutto il mondo – ha comprovato che la risata è in grado di aumentare l’espansione del rivestimento interno dei vasi sanguigni (endotelio), esattamente come succede con l’esercizio fisico. Infatti, gli impulsi piacevoli che produce la risata arrivano alla corteccia cerebrale da dove sono inviati al sistema limbico e all’ippocampo, i quali a loro volta risvegliano la produzione di endorfine, cioè i mediatori chimici responsabili dello stato di eccitamento. Questi mediatori agiscono direttamente sull’endotelio favorendone la dilatazione. In questo modo si attua una prevenzione dell’aterosclerosi, e si riducono i rischi di infarto e ictus. La dilatazione è stata comprovata, misurando con gli ultrasuoni il flusso del sangue nell’arteria del braccio di venti volontari, sottoposti alla visione di un film comico. Tutti, tranne uno, alla fine della proiezione hanno mostrato arterie rilassate e un aumento del flusso sanguigno di circa il 22%. E questo effetto è stato rilevato anche 45 minuti dopo la fine del film. Praticamente le modificazioni fisiologiche apportate da una sana serie di risate, sono paragonabili a quelle che si hanno come conseguenza di un’attività aerobica, tuttavia senza gli effetti “indesiderati” che tali attività spesso comportano come tensioni muscolari, indolenzimenti e dolori. Dopo aver appreso queste informazioni, il primo pensiero che si sarà affacciato alla mente di molti, sarà sicuramente relativo al rammarico per le risate perse, e per la nociva seriosità di un mondo così carente di gioia, salute e benessere. Il secondo pensiero, potrà riguardare la volontà per il futuro di crearsi il più spesso possibile, le condizioni per ridere con gusto e maggiore consapevolezza. Concludiamo con un’antica massima zen, che dice: la mattina appena sveglio, concediti 5 minuti per ridere; la sera prima di andare a letto, concediti 5 minuti per ridere. Articolo di Valerio Pignatta tratto da “Scienza e Conoscenza” Fonte: http://www.disinformazione.it/terapiarisata.htm Rivisto da Fisicaquantistica.it

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