COSA SONO I DONI CARISMATICI
"Riguardo ai doni dello Spirito,
fratelli, non voglio che
restiate nell'ignoranza" (1 Cor. 12,1) .
Oggi la gente sente raccontare storie di lingue strane, di guarigioni e di profezie. Le sentono raccontare da persone che conoscono, che ritengono equilibrate e degne di fiducia e delle quali non si sparla. Si accorgono dei cambiamenti nella vita di queste e si sentono esse stesse portate a far ricerche sul fenomeno del riapparire dei ministeri carismatici, così identificati col modello di vita della Chiesa di Corinto. Si può senz'altro dire che, a livello mondiale, la parola "carismatico" sia diventata familiare nella Chiesa Cattolica Romana.
Questo capitolo ci fornirà una base generale per comprendere i doni carismatici nella Chiesa. I capitoli successivi descriveranno ciascun dono, secondo l'elenco di S. Paolo in 1 Corinzi, Capitolo 12.
Il nostro atteggiamento nei confronti dei doni e dei ministeri è importante. Mentre molte persone vorrebbero circoscrivere questo aspetto del rinnovamento ed avere un rinnovamento carismatico senza i doni ed altri vorrebbero renderli spettacolari, S. Paolo vorrebbe che arrivassimo a capirli, a crescere nella loro conoscenza e ad usarli per la formazione del Corpo di Cristo, la Chiesa: "Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza" (1 Cor 12,1).
I DONI CARISMATICI IN GENERALE
A) Cerchiamo di capire cosa sono i Doni
1. COSA SI INTENDE PER DONO CARISMATICO?
Il dono carismatico è la manifestazione della presenza e della potenza di Dio e viene concesso liberamente e gratuitamente per l'onore e per la gloria di Dio e per servire gli altri.
Il termine si riferisce in modo specifico alle manifestazioni della potenza dello Spirito Santo menzionate nella Scrittura, in particolare dopo la Pentecoste, che sono sempre rimaste nella Chiesa, sia nella predicazione sia nella pratica.
2. QUANTI SONO I DONI CARISMATICI?
Trattandosi di manifestazioni dello Spirito Santo, è impossibile dire quanti sono. La Scrittura fornisce diversi elenchi di uffici e ministeri. L'elenco più classico e maggiormente usato è quello di S. Paolo in 1 Corinzi (12, 8-10), nel quale sono descritti nove doni. Pare che quei nove siano i ministeri normali che dovrebbero essere presenti in ogni chiesa locale.
Riportiamo qui il testo di 1 Corinzi relativo a questi doni:
"A uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue, a un altro quello di interpretare le lingue" [1]
3. SI POTREBBERO ELENCARE E DESCRIVERE QUESTI NOVE DONI?
I nove doni, secondo la suddivisione usuale in tre gruppi, sono:
A. I doni della Parola - (Il Potere di Parlare)
a) Il Dono delle Lingue - per mezzo del quale la persona dà il messaggio di Dio in una lingua a lei sconosciuta destinato alla comunità presente.
b) Il Dono dell'Interpretazione - per mezzo del quale una persona, dopo l'uso del dono delle lingue, dà il significato generale del messaggio. L'interpretazione può essere usata anche in privato, collegata al dono della preghiera in lingue.
c) Il Dono della Profezia - mediante il quale la persona dà il messaggio di Dio per la comunità o per
l'individuo in linguaggio corrente.
B. I Doni - Segno - (Il Potere di Fare)
a) Il Dono della Fede - che mette in grado la persona, in un dato momento, di credere e di contare sulla potenza di Dio con una certezza che esclude ogni dubbio.
b) Il Dono della Guarigione - che permette alla persona di essere strumento di Dio per il benessere di un'altra ad uno o più livelli: spirituale, psicologico e fisico.
c) Il Dono dei Miracoli - Che permette ad una persona di essere strumento di Dio sia per una guarigione istantanea sia per qualche altra potente manifestazione della potenza di Dio.
C. I Doni Intellettuali - (Il Potere di Sapere)
a) La Parola di Sapienza - mediante la quale una persona riceve l'intuizione del piano di Dio per una data situazione ed è messa in grado di esprimerla in parole, in forma di consiglio o di guida.
b) La Parola di Conoscenza - per mezzo della quale la persona ha l'intuizione di un mistero divino o di un aspetto della relazione dell'uomo con Dio ed è in grado di esporre quanto ha capito in parole che serviranno ad aiutare anche gli altri a comprendere quel mistero.
c) Il Dono del Discernimento - che mette la persona in grado di riconoscere l'origine di un'ispirazione o di un'azione, se proviene cioè dallo Spirito Santo, dallo spirito umano oppure da uno spirito cattivo.
4. ALLORA I DONI CARISMATICI SONO PIÙ DI NOVE?
Poiché un dono carismatico viene definito come manifestazione della potenza di Dio, ovviamente ci sono più di nove modi in cui Dio può agire. In 1 Corinzi 12 S. Paolo si riferiva all'esperienza sua e della Chiesa Primitiva. Egli si era reso conto che lo Spirito Santo si manifestava regolarmente in quei nove modi e voleva che la Chiesa Primitiva conoscesse bene queste manifestazioni regolari, che le imparasse, che se le aspettasse e che si arrendesse a tutte. In realtà si aspettava che i nove doni fossero presenti in ogni comunità cristiana, e la loro assenza avrebbe rivelato punti deboli nella potenza della Chiesa.
5. MA NON ESISTONO ANCHE ALTRI DONI DELLO SPIRITO SANTO? E CHE RELAZIONE HANNO CON QUESTI DONI CARISMATICI?
Esistono due serie di "doni dello Spirito Santo". Una di queste è personale e l'altra è carismatica. I doni personali santificano l'individuo mentre quelli carismatici sono intesi per il bene della comunità. Nel Catechismo per la preparazione alla Cresima erano elencati i doni personali, che si affermava fossero il risultato di tale sacramento.
Nella nostra discussione, quando useremo la parola "doni" intenderemo i "doni carismatici" e non quelli personali o santificanti.
B) I Doni nella storia della Chiesa
6. POICHÉ PARE CHE MOLTI DI QUESTI DONI CARISMATICI SIANO ASSENTI DALLA VITA CATTOLICA NORMALE, SI PUÒ DEDURRE CHE LA CHIESA CATTOLICA SIA PIÙ DEBOLE DI QUANTO DIO INTENDEVA?
Direi proprio di si. La potenza del Battesimo dello Spirito Santo, le manifestazioni dei doni carismatici e il servizio dei ministeri dovrebbero essere parti regolari e normali della vita della Chiesa. Quando non funzionano, la Chiesa non è tutto ciò che Cristo avrebbe voluto. Nell'invito al rinnovamento, essa ammette liberamente di non essere tutto quanto avrebbe potuto essere.
7. PER QUANTO TEMPO LA CHIESA É RIMASTA CARISMATICA, OSSIA, FINO A QUANDO I CARISMI SONO STATI PARTE NORMALE DELLA SUA VITA?
Pare che i carismi siano spariti nel secondo secolo. L'accento nella Scrittura allora si spostò dall'attività carismatica degli Atti degli Apostoli e delle prime epistole all'importanza dell'ufficio e dell'ordine esposto nelle lettere pastorali successive (Tito e Timoteo). Poi l'abuso dei doni nell'eresia Montaniana (2° secolo) ha affrettato la cessazione di questi segni e miracoli che avevano permesso al messaggio cristiano di diffondersi tanto rapidamente in tutto il mondo.
8. CHE SPIEGAZIONE HANNO DATO I TEOLOGI PER LA PERDITA DEI DONI CARISMATICI NELLA CHIESA?
La perdita dei poteri carismatici è sempre stata una questione imbarazzante per quei teologi che volevano difendere la natura apostolica della Chiesa. La loro maggiore difesa è stata quella di affermare che, secondo il disegno di Dio, tali doni erano destinati a sparire dalla vita della Chiesa.
Così i teologi hanno cominciato a considerare i doni come mezzi straordinari concessi alla Chiesa Primitiva perché questa potesse diffondersi rapidamente in tutto il mondo. Per il fatto poi che si supponeva che lo scopo dei doni fosse appunto la diffusione della Chiesa, i teologi hanno giustificato la loro sparizione affermando che essi erano destinati a scomparire una volta che avessero compiuto il loro scopo. Così P. Karl Rahner nel suo libro "Sacramentum Mundi" si riferisce ai doni come ai "privilegi speciali della Chiesa Apostolica".
9. PER QUALE MOTIVO TALI MANIFESTAZIONI CARISMATICHE SONO SPARITE DALLA CHIESA?
Gli storici della Chiesa hanno fornito diversi motivi.
a) La crescita dello spirito contemplativo (che pare sia un frutto valido della vita di preghiera carismatica).
b) Gli abusi dei doni carismatici, che hanno richiesto l'istituzione di adeguate salvaguardie da parte della Chiesa che poi, purtroppo, hanno portato alla sparizione degli stessi doni.
c) La perdita della fede dinamica della Chiesa Primitiva.
d) L'unione della Chiesa e dello Stato sotto Costantino e l'inizio delle conversioni di massa.
10. TALI DONI ERANO VERAMENTE DESTINATI A "SPARIRE"?
Nella Scrittura non vi è alcun fondamento che asserisca una cosa simile. Non solo i carismi nella Chiesa non dovevano cessare, ma anzi, la Chiesa del Nuovo Testamento li considerava addirittura come una parte integrale della vita cristiana.
D'altra parte, l'abbondanza dei doni carismatici nelle moderne comunità di preghiera Pentecostali dimostra che i teologi si sono sbagliati nel definirli "la prerogativa della Chiesa Primitiva".
11. QUESTI DONI SONO RIUSCITI A SOPRAVVIVERE?
Ovviamente, una cosa di tanta vitale importanza per la Chiesa come i poteri carismatici non poteva cessare del tutto. Essi continuarono a manifestarsi nella vita dei santi e in alcuni casi sono stati comunicati a persone a loro collegate, come nei rinnovamenti Benedettino e Francescano. Tuttavia, fino all'attuale Rinnovamento Carismatico, essi sono mancati in maniera cospicua dalla corrente principale della vita della Chiesa.
12. ESISTONO DEI CARISMI CONOSCIUTI DA TUTTI I CATTOLICI?
I carismi che essi conoscono bene sono diversi:
a) L'infallibilità e l'indefettibilità della Chiesa sono carismi collettivi, e si riferiscono agli interventi speciali di Dio nella storia per salvaguardare e proteggere il corpo dei credenti.
b) L'infallibilità del Papa è un carisma personale unito all'Ufficio e per mezzo del quale Dio interviene per proteggere l'unità della Chiesa.
c) Le mansioni nella Chiesa costituiscono altrettanti carismi "strutturali" (vedi Enciclopedia Cattolica).
d) Molti confessori, maestri e genitori, nello spiegare alcune verità agli altri talvolta sono stati influenzati dai carismi dell'insegnamento.
e) I sacramenti della Penitenza e dell'Unzione degli Infermi dovrebbero essere considerati mezzi regolari del carisma della guarigione.
13. SE UNA QUALCHE ATTIVITÀ CARISMATICA É SEMPRE STATA PARTE DELLA CHIESA, QUAL É LA NOVITÀ DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO?
A proposito dei doni carismatici, elenchiamo qui di seguito i fenomeni che possono essere considerati nuovi:
a) Un vastissimo numero di persone che pregano in lingue.
b) La familiarità nei confronti dell'impiego sempre crescente dei nove ministeri carismatici elencati da S. Paolo. Alcuni di tali ministeri sono del tutto nuovi, come quello delle lingue, dell'interpretazione e della profezia; altri invece sono nuovi nella loro abbondanza - come la guarigione, la Parola di Sapienza e quella di Conoscenza.
14. COME E PERCHÉ SI STA VERIFICANDO UNA SIMILE ABBONDANZA CARISMATICA?
Pare che le chiavi di interpretazione per una tale abbondante attività siano diverse:
a) L'atteggiamento di accettazione dei doni carismatici nella normale vita della Chiesa.
b) La conoscenza sempre più profonda e la relativa esperienza di tali doni.
c) La comunicazione su vasta scala di questi doni agli altri, in particolare per mezzo delle comunità di preghiera.
Dietro a tutto ciò appare la straordinaria effusione dello Spirito di Dio elargitaci ai nostri giorni.
15. PER QUALE MOTIVO TALI AVVENIMENTI SI STANNO MANIFESTANDO SOLO ORA NELLA CHIESA CATTOLICA?
Le porte che hanno aperto la Chiesa ai doni pare siano le seguenti:
a) Papa Giovanni, e con lui tutta la Chiesa, ha pregato per una nuova Pentecoste.
b) Il Vaticano II ha incaricato la Chiesa di fare ricerche sull'attività carismatica (Discorso del Card. Suenens e 2° Capitolo della Costituzione della Chiesa).
c) La Chiesa cattolica si è resa conto che, per provocare questa Seconda Pentecoste, quanto all'attività dello Spirito poteva imparare dalle altre Chiese cristiane.
d) Per combattere con efficacia la marea crescente del male e della confusione, la Chiesa ha bisogno della potenza dei ministeri carismatici.
C) I Doni nella vita dell'individuo
16. CHE RELAZIONE ESISTE TRA LA "MANIFESTAZIONE DEI DONI" E LA BONTÀ DELLA VITA?
Si potrebbero dire due cose in proposito:
In primo luogo i doni carismatici, anche se di natura potente e sensazionale, non dovrebbero mai essere eguagliati alla santità di vita. Essi, infatti, sono del tutto distinti dalla grazia santificante e non indicano in alcun modo la santità personale.
D'altra parte tuttavia, l'uso di tali doni può essere la manifestazione concreta di un amore e di un interesse vivissimo verso la comunità. Il giusto uso dei doni dovrebbe portare ai frutti dello Spirito, i quali sono un segno autentico della santità di vita.
17. QUANDO SI PUÒ DIRE CHE LA PERSONA COMINCI AD ARRENDERSI A QUESTI DONI CARISMATICI?
Va fatta una distinzione tra la manifestazione occasionale, quasi accidentale, dei doni carismatici e l'impiego regolare e potente degli stessi. Probabilmente ogni cattolico, qualche volta, è stato usato da Dio per promuovere il Suo Regno e ha fatto o detto qualcosa che è stata poi una manifestazione carismatica dello Spirito Santo.
Di solito, l'uso regolare e potente di questi doni emerge dopo che la persona:
a) É giunta a sperimentare Cristo in maniera personale, quello che i Pentecostali chiamano "Il Battesimo dello Spirito".
b) Ha cominciato a pregare in lingue.
c) Ha cominciato da qualche tempo a pregare privatamente.
d) Prega regolarmente in una comunità di preghiera carismatica.
18. QUAL È IL RUOLO DELLA VOLONTÀ LIBERA DELL'INDIVIDUO NELLE "MANIFESTAZIONI CARISMATICHE"?
La volontà della persona rimane libera anche durante le manifestazioni carismatiche straordinarie di un carisma. I doni, quindi, sono soggetti alla volontà dell'individuo, nel senso che egli può liberamente scegliere di arrendersi o no all'attività di Dio. In realtà la volontà ha un ruolo molto attivo nel dirigere le varie facoltà affinché queste collaborino con Dio, arrendendosi ai doni.
Può accadere tuttavia che la manifestazione carismatica sia di una tale importanza per la vita della comunità che l'individuo viene quasi costretto ad arrendersi. Un esempio di questo lo troviamo nel dolore sperimentato dai profeti del Vecchio Testamento quando si rifiutavano di comunicare agli altri il messaggio di Dio. Egli oggi impiega questo metodo "unico" di agire con i nuovi venuti, che devono essere "sollecitati" ad usare i doni, e con i più maturi, nei quali l'attività di Dio è profonda.
19. QUAL É IL RUOLO DELLE FACOLTÀ INTELLETTUALI NELLE MANIFESTAZIONI CARISMATICHE?
1° - La persona deve avere la conoscenza dei doni. Molte persone, non conoscendo nulla in proposito, non usano i doni né li manifestano al punto in cui Dio vorrebbe. S. Paolo mette in risalto il ruolo dell'intelletto quando scrive: "Voglio che sappiate la verità sui doni spirituali." La conoscenza e l'esperienza dettagliata dei doni è una condizione necessaria per la crescita.
2° - Immaginazione, memoria e intelletto risultano estremamente attivi in ciascun dono, poiché queste sono le facoltà toccate direttamente dall'azione di Dio. Lo Spirito prepara adeguatamente queste capacità dell'uomo affinché possano essere usate da Lui; Egli insegna gradualmente all'individuo a riconoscere le sollecitazioni che da Lui provengono e ad arrendersi alle stesse.
20. QUESTA COLLABORAZIONE DELL'INTELLETTO, NON DA' MAI L'IMPRESSIONE ALLA GENTE CHE "SONO SOLO LORO" E NON LO SPIRITO SANTO?
Questo dubbio spesso è presente in ogni persona che si arrenda ai doni carismatici. Nei nuovi venuti poi, il dubbio è molto comune ed essi hanno bisogno dell'aiuto della comunità di preghiera per essere rassicurati che si tratta proprio dell'azione dello Spirito. Superata questa fase iniziale di dubbi, la persona poi è più capace di discernere quando si tratta veramente della sollecitazione di Dio e quando invece è solo la propria personalità.
Le continue prove, gli errori e il discernimento, sia da parte della persona sia della comunità, producono la fiducia nei doni. Con l'esperienza poi la persona matura e cresce nel discernimento e quindi i dubbi scompariranno.
21. COME SI PUÒ FARE PER CRESCERE IN QUESTI DONI?
É utile che la persona:
a) Conduca una vita profonda di preghiera, in stretta unione con la volontà di Dio.
b) Studi i doni e li condivida regolarmente con le persone che pure li esercitano.
c) Agisca come un bambino, andando dove il Signore lo conduce, senza temere per gli errori fatti onestamente.
Se si fanno queste cose, il Signore da parte Sua farà grandi cose sia per quella persona sia per la sua comunità.
22. CHE ACCADE SE LA PERSONA NON CRESCE NEI DONI?
In quel caso la comunità ne soffre sicuramente, poiché il Signore vuole portare ogni comunità di preghiera verso una vita più profonda nello Spirito. Vuole che la gente si renda conto che sta "camminando verso una meta" e che il gruppo sta crescendo nella preghiera. Le persone, inoltre, potrebbero scoraggiarsi nei confronti del Rinnovamento Carismatico, senza rendersi conto di perdere un aspetto importante del movimento stesso.
Si può dire che la crescita della comunità di preghiera dipenda in larga parte dall'uso dei doni, che permettono allo Spirito Santo di manifestarsi liberamente e di portare il gruppo dove Egli vuole. Questo accade meglio in quelle comunità dotate di leader equilibrati, orientati verso i carismi.
D) Avere un ministero Carismatico
23. CHE SIGNIFICA AVERE IL "MINISTERO DI UN DATO DONO" COME LA PROFEZIA O LA GUARIGIONE?
Per comprendere cosa sia il "ministero di un dono determinato" è bene ricordare quanto segue:
a) I "doni carismatici" non sono qualcosa che ci appartiene, (si può quindi affermare che la parola "dono" qui non sia la migliore per esprimere l'azione di Dio), ma dei "modi" in cui Dio si manifesta regolarmente attraverso un individuo.
Con i doni carismatici non siamo tanto noi a possedere Dio quanto invece è Lui a possedere noi e ad usarci per il Suo popolo. Quindi una persona "cede" al dono, si "arrende" ad esso, piuttosto che averlo.
b) Man mano che la persona cresce nella fedeltà verso Dio, che comincia a riconoscere e ad essere sensibile all'attività del Suo Spirito, potrà lasciarsi andare più regolarmente e facilmente alla Sua azione. Dio allora potrà usare quella persona con maggiore frequenza.
c) Sebbene la persona possa arrivare ad arrendersi a molti doni carismatici, ella tende a sensibilizzarsi e a rispondere a un dono particolare - come ad esempio quello dell'interpretazione, della profezia, del discernimento o della guarigione. - Si dice allora che quella persona eserciti un "ministero".
Il ministero è quella resa regolare e frequente all'azione di Dio attraverso un dono carismatico determinato.
24. IN COSA CONSISTEREBBE, AD ESEMPIO, UN "MINISTERO PROFETICO"?
Avere un "ministero profetico" significa semplicemente che Dio usa regolarmente una persona per comunicare profezie. Ella ha imparato a collaborare con Dio e si è "arresa" volentieri alla garbata sollecitazione dello Spirito.
Man mano che la persona diventerà più affidabile nell'uso del dono profetico e lo userà in maniera più responsabile per la formazione della comunità, Dio la userà sempre di più. Il dono della profezia diventerà quasi permanente e si manifesterà con regolarità. Talvolta si manifesterà anche in modo piuttosto straordinario.
Il "profeta" è qualcosa di diverso da colui che sperimenta la profezia solo saltuariamente e in quei casi solo in "modo ordinario".
25. VI SONO DEI PERICOLI AD AVERE UN "MINISTERO"?
Vi sono due pericoli generali:
a) La persona ritiene di essere un "esperto" in quel settore e rifiuta di sottomettersi al giudizio e al discernimento degli altri leader, che giudica "inesperti" nel suo campo.
b) La persona si "specializza" in quel ministero e non sviluppa gli altri doni.
E) L'atteggiamento giusto verso i Doni
26. CHE DIFFERENZA ESISTE TRA "APERTURA AL DONO" E "CARISMA - MANIA"?
Essere "aperti al dono" significa che la persona considera i doni carismatici come normale attività dello Spirito Santo alla quale si arrende come un bambino. Questo è l'atteggiamento giusto e si basa semplicemente sulla fede che Dio intervenga davvero nella nostra vita mediante i carismi.
La carisma - mania, d'altro canto, rappresenta l'uso distorto dei doni di Dio e spesso esige che sia Dio ad assoggettarsi all'uomo. Ecco quali potrebbero essere alcuni degli effetti di tale mania:
a) Aspettarsi che Dio intervenga in modo carismatico e soprannaturale quando le forze naturali sarebbero sufficienti a risolvere la situazione.
b) Rifiutarsi di svolgere il lavoro normale - come lo studio e la preparazione - con l'idea che Dio provvederà con i Suoi doni.
c) Considerare l'attività carismatica come fine a se stessa, anziché come mezzo per la crescita personale e comunitaria.
27. QUAL É, ALLORA, L'ATTEGGIAMENTO GIUSTO VERSO I DONI?
1° - La persona dovrebbe istruirsi sui doni e pregare per riceverli.
2° - Non dovrebbe avere paura dei doni, perché si tratta di vie in cui lo Spirito Santo vuole agire.
3° - Non dovrebbe egli stesso costituire un ostacolo allo Spirito Santo, creando tante regole umane per il loro uso.
4° - Dovrebbe ricercarli attivamente e arrendervisi come un bambino.
28. CHE SIGNIFICA "NON AVERE PAURA DEI DONI"?
"Non avere paura" significa fare il passo nella fede quanto all'uso dei doni e poi confidare che Dio si prenderà cura di ogni errore onesto che possiamo aver fatto nel loro uso.
Nei confronti dei doni deve esserci un certo "coraggio", ci si deve sentire a nostro "agio"; altrimenti diventeranno oggetto di discussione e fonte di tensione. I leader, inoltre, non dovranno esagerare nell'indicare i possibili pericoli concernenti l'uso dei doni carismatici, al punto di spaventare la gente che poi si guarderà dal ricercarli e dall'usarli.
29. LA COMUNITÀ DI PREGHIERA NON DOVREBBE ACCENTUARE DI PIÙ LA CRESCITA DELL'AMORE DI QUELLA DEI DONI?
L'amore è sicuramente l'aspetto più importante di ogni comunità di preghiera. Tuttavia si dovrebbero rilevare due cose:
1° - Questi doni sono mezzi che Dio ci dona proprio per crescere nell'amore. Sono gli attrezzi per il giardino: se usati nel modo giusto, porteranno certamente ottimi frutti.
2° - La comunità che disprezzi i doni con l'idea di puntare sull'amore potrebbe essere colpevole di una forma subdola di orgoglio, presupponendo di poter arrivare all'amore senza usare i normali ministeri stabiliti da Dio.
30. CHE RUOLO HA "L'AMORE" NELLA CRESCITA DEI DONI?
Poiché i doni carismatici vengono dati a una persona per il bene della comunità, essi potranno svilupparsi solo in un'atmosfera di amore per gli altri. Il segreto per crescere nei doni, inoltre, è l'amore per il Signore e per i fratelli e non certo l'amore verso gli stessi doni.
condiviso e tratto da http://www.diovive.com/fondamenta/ch05.htm
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