Un tempo non si buttava via nulla, la povera
buona gente utilizzava tutto per cucinare, creare oggetti, unguenti e ... far magie. Le mele sono un frutto sacro, basta tagliarle in orizzontale per notare che la disposizione dei loro semi forma una stella a cinque punte. Questo è risaputo da sempre e scritto in molti libri di magia, ma le nostre ave non avevano libri: spesso non sapevano leggere e tutto era tramandato in forma orale. Al momento della raccolta delle mele si dividevano i frutti migliori da quelli bacati, rovinati dalle cadute o maturati malamente, e quelli migliori venivano venduti ai Signori o al mercato in città, quelli avanzati dalla vendita posti a conservare nelle cantine, quelli bacati o rovinati usati per confetture, dolci, sidro ecc... persino i semi erano utilizzati per i liquori o gli elisir aromatici e curativi. Ovviamente si usava la parte sana del frutto mentre la buccia e gli scarti venivano dati ai maiali, ai conigli e alle bestie da stalla. Le nonne tenevano da parte un pezzettino di buccia e con essa facevano uno strano intruglio da usarsi quando i bambini facevano i capricci, le donne erano nervose e gli uomini borbottavano per i tanti problemi che li affliggevano...
La nonna prendeva quindi la buccia di mela e la faceva cuocere in un poco d'acqua con un pizzico di camomilla, ne otteneva un'acqua profumata da aggiungere a un pò di miele zuccherino (il miele lasciato in un barattolo diventa come zucchero) e vi cucinava un caramello con cui profumare la casa per qualche istante... a finestre aperte naturalmente... si diceva che ogni alone negativo così scompariva... non andava mangiato, le saggie nonne lo offrivavo (una volta raffreddato) alla natura o lo gettavano tra le fiamme del camino in onore agli Spiriti della casa e del focolare!
Cesarina Briante (c)
Che bello
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