martedì 6 maggio 2014

LE ACQUE DI LUCE BIANCA

Le Acque a Luce Bianca.

 L’acqua è una delle cose più volatili e mutevoli che conosciamo: cambia forma e stato, scorre, fluisce. Ha una forma vera e propria solo allo stato solido e tende a svanire sotto forma di vapore. 

Oggi sappiamo anche, prima di tutto grazie agli studi di Benveniste, ripresi anche da Jean-Luc Montagnier (ma non accettati dalla comunità scientifica), che l’acqua ha memoria, e quindi porta in sé delle informazioni: nella sua struttura apparentemente semplice contiene un fluire di messaggi.

 Come dimostrano chiaramente gli esperimenti anche del giapponese Masaru Emoto sui cristalli d’acqua, essa cattura gli stati d'animo delle persone, ascolta le sensazioni e i sentimenti e si orienta di conseguenza. Non c’è da stupirsi, quindi, se proprio l’acqua in presenza di eventi straordinari può memorizzare l’informazione dell’evento stesso, e renderla disponibile per il nostro benessere.

 E’ il caso delle cosiddette “Acque a Luce Bianca”, chiamate anche “Acque Mariane”, perché si trovano solitamente proprio nei santuari dedicati alla Vergine. Giungendo in quei luoghi, è impossibile non percepirne l’intensità, la bellezza, e restarne catturati. Talvolta è come se il tempo e lo spazio svanissero e ci si ritrovasse in una situazione dove tutto è luminosità e amore. Ed è proprio in questi siti dove le acque che ivi sgorgano hanno proprietà tali da poter risanare il corpo e lo spirito dell’uomo. In molti casi, le fonti sono sorte proprio nel luogo dell’apparizione. E’ il caso di Lourdes, ma anche della Madonna delle Rose a San Damiano Piacentino, dove, nel 1964, la Madonna apparve a Rosa Buzzini, detta “Mamma Rosa”.In questo luogo è facile osservare, nei giorni festivi, la grande folla di pellegrini che giungono da ogni dove (questa Madonna è molto venerata in Francia e gli stessi gestori del luogo sono francesi), anche con i pullman, riempiti alla partenza di interi carrelli colmi di taniche d’acqua. Per alcuni si tratta di un atto di fede, una sorta di preghiera consumata bevendo quell’acqua collegata ad un evento così straordinario. Per altri potrebbe trattarsi di fanatismo, di suggestione collettiva. Ma dietro tutto ciò ci sono dati scientifici documentabili, che rendono queste acque realmente straordinarie.

 Perché si chiamano “acque a luce bianca”? La luce, come ben sappiamo, si scinde nei sette colori dell’iride, che uniti assieme danno il colore bianco. Questo non è un vero e proprio colore, ma è presenza di tutti i colori. Queste acque si chiamano “bianche” perché, di fatto, reagiscono e risuonano con tutte le frequenze della luce. Così facendo, risuonano con i tessuti del corpo, armonizzandone le funzioni. In pratica, si tratterebbe di luce che cura, le cui frequenze, in qualche modo, si ritrovano in queste acque. Le frequenze fondamentali di risonanza sono sette, e vengono denominate con le lettere dell’alfabeto da A a G. Queste sono crescenti, e vanno ad incidere, rispettivamente, sulla pelle (A), sul sistema digestivo (B), sul sistema renale (C), il bilanciamento degli emisferi cerebrali (D), il Sistema Nervoso Centrale (E), il centro sottocorticali (F), la Coscienza (G). Le acque a luce bianca reagiscono a tutte queste frequenze, ma hanno delle risonanze maggiori con qualcuna di queste. Per questo motivo, ognuna di queste acque ha particolari proprietà e cura determinate problematiche: alcune acque, ad esempio, lavorano maggiormente su problematiche fisiche (come quella di Caravaggio), mentre altre lavorano maggiormente su problematiche di tipo spirituale – emozionale (come quelle di San Damiano e di Montichiari). Si tratta quindi di cura, per così dire, vibrazionale, in cui queste acque tendono a riportare i vari organi del corpo e la psiche alla loro frequenza vibratoria, curando ed equilibrando sbilanciamenti in tal senso. acque-dolci Ci sono anche altre ipotesi: una delle più suggestive è quella che queste acque sorgano in luoghi dove si trovano dei gas, per così dire curativi, che esistevano sulla Terra nei millenni passati, e che ora sono estinti. Ancora, la polarizzazione molecolare di queste acque appare differente da quelle tradizionali. La polarizzazione delle molecole avviene secondo un angolo legato alla sezione aurea. Questo numero, detto anche “rapporto aureo” (o “sezione aurea”), deriva da un semplice proporzione (a:b = b:(a+b) da cui b/a = (1 + (5)1/2) / 2, che corrisponde a circa 1,618). Il rapporto aureo si definisce con Ψ (si legge psi). Questo numero, apparentemente insignificante, si ritrova in natura praticamente ovunque, ed è stato molto utilizzato, ad esempio, nell’architettura greca antica. Le molecole di queste acque sono polarizzate secondo quello che si definisce “angolo aureo”. Questo angolo è tale per cui il suo coseno è il reciproco del rapporto aureo. Si tratta quindi di α = arc cos (1/Ψ) = arc cos (0,618) che corrisponde circa a 51,83°. Questa è sicuramente una particolarità, che ci dice come queste acque siano davvero differenti. In ogni caso è difficile non accorgersi della particolarità, visitando uno di questi luoghi. Come si possono riprodurre? Se nell’Acqua è presente la risonanza a tutte e sette le frequenze di base, essa è riproducibile: ciò è stato dimostrato ad esempio attraverso i test all’oro colloidale, svolti presso l’Università di Milano. In ogni caso sono stati fatti diversi esperimenti. Uno studioso interessante è stato Wolfgang Ludwing, che svolse la sua tesi di laurea sulle acque nel ’61. Egli misurò anche le Acque a Luce Bianca, con risultati identici a quelli ottenuti dall’Università di Bari, dal professor Angelo De Giglio, che ha dichiarato di essere “affascinato dalla proprietà di queste Acque, che in determinate condizioni sono riproducibili all’infinito”. Per riprodurle, vi sono diverse formule. Credo che la più attendibile sia quella delle veggenti di Medjugorje, che indicano di mettere 12 gocce di acqua a luce bianca in mezzo litro d’acqua, lasciando riposare poi per 9 giorni. Al termine di questo tempo, l’acqua ottenuta avrà la caratteristica dell’acqua a luce bianca utilizzata con il contagocce. medjugorje Credo, comunque, che dove possibile sia meglio recarsi di persona in questi luoghi. Ai benefici dell’acqua, infatti, si assommeranno i benefici di luoghi davvero unici, in grado, da soli, di compiere miracoli, che sicuramente non sono infrequenti: lo si può comprendere osservando il numero di targhe di gratitudine, numero che cresce sempre di più, tappezzando, come a San Damiano, l’intera parete del giardino. Molte di queste fonti sono andate perdute, e molte sono ancora da scoprire. Alcune di queste vengono riscoperte testando le acque raccolte, scoprendo che si tratta di acque a Luce Bianca. Vista la particolarità di queste acque, qualcuno ha anche ipotizzato che di tratti di un progetto divino per il benessere dell’Umanità. Possiamo ipotizzare un futuro in cui queste acque costituiranno una fonte importante di cura per l’Uomo? In un certo senso lo sono già adesso, ed il fondamento, come visto, non è solo fideistico, ma scientifico. 
Suggerisco di visitare questi luoghi, e di munirsi di bottiglie o, meglio, di bottiglioni e di taniche. L’energia utilizzata per raggiungerli vi tornerà moltiplicata in vitalità e benessere, e gli effetti benefici di queste acque vi saranno presto evidenti.

http://www.karmanews.it/673/le-acque-a-luce-bianca/

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