mercoledì 10 gennaio 2018
IMBOLIC IL RISVEGLIO DELLA TERRA............
In questo giorno la Dea inizia a riprendersi dagli sforzi del parto, mentre il Dio bambino inizia a fare i primi passi. Per la Dea è anche un momento di trasformazione, perché da anziana torna ad essere Fanciulla, in attesa di Ostara.
Imbolc cade il 2 febbraio, è un sabba minore e si trova a metà fra il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio di Primavera. È un momento delicato per la natura attorno a noi. Si sta risvegliando dal grande sonno invernale e sta raccogliendo le forze per esplodere quando arriverà la primavera.
Infatti, possiamo notare le giornate che si allungano, il sole diventa sempre più luminoso, scaldando pian piano la terra, mentre sotto la superficie la vita si sta risvegliando lentamente.
Se torniamo indietro nel tempo, per i nostri antenati questo era il periodo più difficile da affrontare: il freddo era ancora intenso e le provviste dell’inverno iniziavano a scarseggiare. Ma Madre Natura non lascia niente al caso, infatti questo era, ed è, il periodo in cui venivano alla luce gli agnellini, mentre le pecore producevano latte. Il latte fresco, il formaggio, il burro e il siero erano la differenza tra la vita e la morte.
Questo serve a capire meglio l’etimologia della parola Imbolc, che in gaelico significa “nel grembo“. La parola potrebbe derivare anche da Oimelc, che significa per “latte ovino“, a indicare che in origine si trattava di una festa legata alle pecore da latte.
Imbolc è anche una delle quattro feste celtiche dette “feste del fuoco”, perché l’accensione rituale di fuochi e falò ne costituiscono una caratteristica essenziale, anche se con lievi differenze fra loro.
Ad Imbolc il falò rappresenta il ritorno della luce dopo l’oscurità dell’inverno, serve a rafforzare il potere del sole, invitandolo a scaldare la terra per far arrivare la primavera al più presto.
Al giorno d’oggi è per lo più difficile riuscire ad accendere un falò all’aria aperta, quindi le streghe del ventunesimo secolo ripiegano sull’accendere candele.
A proposito di candele, in questo giorno vengono benedette le candele che si useranno nelle attività magiche dell’anno a venire. Tradizione che servì al cristianesimo per trasformare un’altra festa pagana in una copia cristiana, ovvero la Candelora.
Nell’Europa celtica, in questo giorno era onorata Brigit, Dea del triplice fuoco, infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Famosa è la croce di Brigit, una croce a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, che rappresenta la figura della ruota solare. Anche lei fu cristianizzata, diventando Santa Brigida.
Questo Sabbat è legato alla purificazione.
Nell’antica Roma, questo periodo era sacro alla Dea Februa. “Februo” in latino significa purificare o espiare. Il suo nome diede origine al nome del mese di febbraio, considerato il mese delle purificazioni.
Processioni in onore di Februa percorrevano la città con fiaccole accese, simbolo di luce e allo stesso tempo, di purificazione.
Anche per quanto riguarda la purificazione, il parallelismo fra natura e spiritualità è innegabile. Uno stralcio del dizionario dice che purificare significa “rendere puro spiritualmente, liberare da colpe, da cattive tendenze, da passioni“. Come se la purificazione cancellasse ciò che di brutto, sbagliato o fuorviante ci fosse nel nostro animo, per poter partire spiritualmente al meglio verso una nuova vita piena di buoni propositi. L’inverno ci prepara a questo: è un momento di calma e riflessione, per poter ponderare le decisioni prese, vedere dove sta andando la nostra vita. Ci da il tempo di ricaricarci per un nuovo anno pieno di emozioni.
Nella natura non è diverso. L’inverno mette tutto in pausa, perché nemmeno in inverno la natura muore. Le da il tempo di ricaricarsi e di iniziare da zero. Niente foglie, niente fiori, niente raccolti. Tutto è una tela bianca da dipingere.
Imbolc segna che l’inverno sta volgendo al termine, la natura sta raccogliendo le forze per prepararsi ad un nuovo anno di semina, mentre a noi spessa l’arduo compito di preparare le nostre menti spazzando via le cose vecchie, per far posto a nuove idee, piani e obiettivi.
Un’altra tradizione per simboleggiare la purificazione, è quello di bruciare le decorazioni di Yule, lasciando andare via il vecchio per il nuovo. Ovviamente questa è un’usanza che risale ai nostri antenati, ma le loro decorazioni erano naturali, non di plastica, vetro o ceramica. Bruciare le decorazioni è molto complicato per noi, quindi vi consiglio di creare per ogni sabbat delle decorazioni che possano essere bruciate. Ogni anno vi potrete cimentare in qualcosa di nuovo, mettendo sempre in gioco la vostra arte e la vostra fantasia.
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