Preparandoci per l'oroscopo speciale del 2020: Il centro e l'equatore galattico. Cos'è e cosa dice la scienza, la fantasia e la storia…
Siamo abituati a osservare il cielo e ammirare la bellezza degli astri ma vi è un sistema coordinato che mantiene l’equilibrio dell’universo. La Via Lattea è oggetto di studio da parte degli astronomi mentre il fascino che emana ha permesso che miti e leggende nascessero in relazione alla sua forma che appare, appunto, una scia candida di latte. Ma la realtà supera di molto la fantasia nei mondi incantati dell’Universo dove è presente un sistema di coordinate galattiche che si basano sulla latitudine e sulla longitudine. Le coordinate, in genere, permettono di identificare la posizione degli astri sulla sfera celeste e l’equatore galattico è allineato col piano galattico così come il sistema delle coordinate e in linea col centro della Via Lattea.
Effettivamente sembra complicato ma in parole semplici si può definire un cerchio massimo sulla sfera celeste. Diventa difficile dire i segreti e l’aspetto del punto centrale dell’equatore galattico. Esso ci nasconde misteri. Si presume la presenza di un buco nero. Il centro si colloca a circa 26° in Sagittario, un punto di passaggio tra i segni che è considerato sede di energia riguardo le vibrazioni che coinvolgono l’umanità in relazione alla spiritualità. Nel Sagittario e nei Pesci si colloca il domicilio di Giove, segni e pianeti legati alla spiritualità e al sacrificio. E anche la leggenda sembra riportare a questa regola “magica”…
Un tempo si diceva che le anime, prima di incarnarsi si nutrissero di latte. Il latte è stato fonte di sostentamento per i nostri avi soprattutto nel delicato momento di fine inverno, nel periodo del “candore” e del “ritorno alla luce”, cioè gli inizi di febbraio quando la primavera si avvicinava e gli ovini aumentavano la produzione di latte per gli agnellini e capretti in procinto di nascere. Si facevano allora i formaggi, ci si nutriva di siero… e la speranza riprendeva forma dopo il freddo dell’inverno.
La grande scia candida, fatta di cielo e luci assomiglia al latte. Si racconta che fu latte perduto dalla Dea Hera, in seguito fu definito il latte della Madonna. Si dice che le anime prima di incarnarsi si nutrissero del latte degli Dei. Per questo esso rappresenta il primo nutrimento dell’uomo: poiché rimane nell’anima il ricordo di questo liquido divino, che è stato cibo della dimensione eterna.
Ma tanto è questo latte da formare un ponte: così da lì le anime partono per giungere così per ritornare. Un collegamento tra i due mondi che permette ai defunti di visitare i propri cari per l’ultimo saluto o per comunicare un messaggio. Passare il ponte è un atto sacro, nel momento del trapasso tutto tace, sembra che la porta faccia sforzo ad aprirsi, che il silenzio sia rotto dal suo scricchiolio, quando i cardini cigolano e scende l’ultima lacrima. Il viaggio finale non è facile, è un attimo di passaggio tra stupore e dolore. Tra il riposo e il nuovo volo.
Un territorio non è solo una porzione geografica, un territorio segna i suoi confini attraverso la storia e il folklore di un popolo. La leggenda racconta che un tempo ci fu un segno dal cielo, forse alcuni frammenti hanno lasciato una polvere sottile sulle nostre terre… si parla di epoche antiche, di quando ogni fenomeno scientifico era visto come espressione di magia o di fede…Il fatto, sussurra qualche anziano, avvenne nella zona della Madonna della Preja. Una leggenda e nulla più, forse una luce o un eclissi… ma la cappelletta della Madonna del Latte sorge proprio lì a ricordarci il valore della vita, dato dal ciclo della natura che si ripete, della bellezza insita in essa e della sua perfezione. E poco distante la Diana a simbolo dell’antica storia delle nostre terre, della fede dei nostri avi, i quali nutrivano la terra col latte e col miele per onorare gli Dei e la grandezza del creato.
Cesarina Briante (c)
foto dell'autrice.....
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