Come forse molti di voi sanno, la tradizione cristiana spesso ci presenta solamente tre Arcangeli, considerati i messaggeri supremi e mediatori tra l’uomo e Dio: Michele, Gabriele, Raffaele.
Tuttavia in principio non era proprio così: ne esistevano addirittura altri quattro!
La storia e la memoria collettiva sembrano aver dimenticato ed abbandonato in buona parte il ricordo e le preghiere versoUriele, Sealtiele, Barachiele e Geudiele.
Un primo tentativo di spiegazione e giustificazione può essere quello riguardante le Scritture, ovvero i primi tre Arcangeli sono presenti nella Bibbia mentre gli ultimi quattro non vengono nominati se non in testi apocrifi (seppure Uriele è presente in alcune Bibbie ortodosse).
Il secondo tentativo è di tipo storico: durante il Concilio di Roma del 745 d.C. si stabilì che i cristiani non dovevano pregare altri angeli all’infuori di Michele, Gabriele e Raffaele – questo probabilmente dovuto ad alcune superstizioni dell’epoca, ove in preghiere che sfociavano in rituali magici s’invocavano spiriti celesti con diversi nomi, a volte con nomi di divinità pagane.
Attorno al VIII – IX secolo d.C., probabilmente a causa delle dispute sull’iconoclastia, molte raffigurazioni dei sette Arcangeli vennero distrutte, lasciando il compito di portare avanti la devozione alla tradizione orale.
Nonostante ciò diverse testimonianze nel corso dei secoli, anche di santi, riuscirono a far sopravvivere la credenza di sette Arcangeli, tant’è che in alcune chiese (come quella di San Michele a Vasto in provincia di Chieti) vi si possono trovare ancora statue e rappresentazioni di tutti e sette.
Vi è inoltre un passo della Bibbia in cui lo stesso Arcangelo Raffaele esplicitamente afferma l’esistenza di più Arcangeli:
Tuttavia in principio non era proprio così: ne esistevano addirittura altri quattro!
La storia e la memoria collettiva sembrano aver dimenticato ed abbandonato in buona parte il ricordo e le preghiere versoUriele, Sealtiele, Barachiele e Geudiele.
Un primo tentativo di spiegazione e giustificazione può essere quello riguardante le Scritture, ovvero i primi tre Arcangeli sono presenti nella Bibbia mentre gli ultimi quattro non vengono nominati se non in testi apocrifi (seppure Uriele è presente in alcune Bibbie ortodosse).
Il secondo tentativo è di tipo storico: durante il Concilio di Roma del 745 d.C. si stabilì che i cristiani non dovevano pregare altri angeli all’infuori di Michele, Gabriele e Raffaele – questo probabilmente dovuto ad alcune superstizioni dell’epoca, ove in preghiere che sfociavano in rituali magici s’invocavano spiriti celesti con diversi nomi, a volte con nomi di divinità pagane.
Attorno al VIII – IX secolo d.C., probabilmente a causa delle dispute sull’iconoclastia, molte raffigurazioni dei sette Arcangeli vennero distrutte, lasciando il compito di portare avanti la devozione alla tradizione orale.
Nonostante ciò diverse testimonianze nel corso dei secoli, anche di santi, riuscirono a far sopravvivere la credenza di sette Arcangeli, tant’è che in alcune chiese (come quella di San Michele a Vasto in provincia di Chieti) vi si possono trovare ancora statue e rappresentazioni di tutti e sette.
Vi è inoltre un passo della Bibbia in cui lo stesso Arcangelo Raffaele esplicitamente afferma l’esistenza di più Arcangeli:
Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore. (Tobia 12:15)
Non vengono fatti nomi ma rimane pursempre un fondamentale indizio.
Di seguito indi vi descriveremo le caratteristiche dei quattro Arcangeli “dimenticati”.
URIELE
Uriele è forse il meno sconosciuto tra i quattro, ancora oggi viene pregato in molte chiese soprattutto ortodosse (ed in minor quantità cattoliche ed anglicane).
L’origine del nome è tutt’ora non molto chiara, seppure alcuni rabbini hanno avanzato l’ipotesi di un’influenza post-esilio babilonese (attorno a 500 a.C.).
La sua presenza è in maggior parte riscontrata i testi e liturgie apocrife, ove viene ringraziato per aver salvato un giovaneGiovanni Battista dal massacro degli innocenti voluto dal re Erode.
Nel Libro di Enoch si presenta come colui che annuncia l’imminente arrivo del diluvio universale.
Appare inoltre nel Secondo Libro di Ezra (altro testo apocrifo) come istruttore del profeta e messaggero divino.
In alcune tradizioni sembrerebbe essere anche l’Arcangelo che aiutò Dio nella scelta del nome del primo uomo, nonchè controllore del sangue d’angello sulle porte durante le sette piaghe d’Egitto (Esodo 12,23).
Secondo la tradizione cattolica è lo spirito angelico che combatte l’ira e l’intolleranza, protegge i luoghi delle apparizioni e delle grazie.
Viene quindi rappresentato con una spada di fuoco che simboleggia la passione d’amore divina, invitando gli uomini a “bruciare” d’amore per Dio: in alcuni dipinti viene associato al titolo “Flammescat igne charitas” e “Ignis Dei”.
L’origine del nome è tutt’ora non molto chiara, seppure alcuni rabbini hanno avanzato l’ipotesi di un’influenza post-esilio babilonese (attorno a 500 a.C.).
La sua presenza è in maggior parte riscontrata i testi e liturgie apocrife, ove viene ringraziato per aver salvato un giovaneGiovanni Battista dal massacro degli innocenti voluto dal re Erode.
Nel Libro di Enoch si presenta come colui che annuncia l’imminente arrivo del diluvio universale.
Appare inoltre nel Secondo Libro di Ezra (altro testo apocrifo) come istruttore del profeta e messaggero divino.
In alcune tradizioni sembrerebbe essere anche l’Arcangelo che aiutò Dio nella scelta del nome del primo uomo, nonchè controllore del sangue d’angello sulle porte durante le sette piaghe d’Egitto (Esodo 12,23).
Secondo la tradizione cattolica è lo spirito angelico che combatte l’ira e l’intolleranza, protegge i luoghi delle apparizioni e delle grazie.
Viene quindi rappresentato con una spada di fuoco che simboleggia la passione d’amore divina, invitando gli uomini a “bruciare” d’amore per Dio: in alcuni dipinti viene associato al titolo “Flammescat igne charitas” e “Ignis Dei”.
BARACHIELE
Barachiele è l’angelo del’aiuto e della benedizione divina.
Così come gli altri Arcangeli, è perennemente presente di fronte al trono divino e combatte la superficialità nelle cose di fede, la tiepidezza e l’accidia.
Nel Libro di Enoch è descritto come un principe angelico con un’armata di spiriti celesti al proprio servizio.
Viene spesso rappresentato con una mazzo di rose da distrubire (in riferimento alla sua mansione di “distributore” di grazie).
Questo suo gesto viene anche interpetato come il simbolo della protezione dei sacerdoti, i quali “distribuiscono” la fede alle persone tramite le parrocchie – allo stesso tempo viene pregato per avere l’aiuto divino contro l’incostanza.
Secondo altre tradizioni sarebbe il protettore del mese di Febbraio e capo degli angeli custodi.
Venne dipinto in diverse opere: lo troviamo per esempio in un’opera del 1515 ritrovata a Palermo (a cui è dedicata la piazzaSett’Angeli).
A lui appariene il titolo “Benedictio Dei”.
Così come gli altri Arcangeli, è perennemente presente di fronte al trono divino e combatte la superficialità nelle cose di fede, la tiepidezza e l’accidia.
Nel Libro di Enoch è descritto come un principe angelico con un’armata di spiriti celesti al proprio servizio.
Viene spesso rappresentato con una mazzo di rose da distrubire (in riferimento alla sua mansione di “distributore” di grazie).
Questo suo gesto viene anche interpetato come il simbolo della protezione dei sacerdoti, i quali “distribuiscono” la fede alle persone tramite le parrocchie – allo stesso tempo viene pregato per avere l’aiuto divino contro l’incostanza.
Secondo altre tradizioni sarebbe il protettore del mese di Febbraio e capo degli angeli custodi.
Venne dipinto in diverse opere: lo troviamo per esempio in un’opera del 1515 ritrovata a Palermo (a cui è dedicata la piazzaSett’Angeli).
A lui appariene il titolo “Benedictio Dei”.
GEUDIELE
Anche chiamato anche Jehudiele, combatte contro lo spirito della gelosia e dell’invidia.
Tra gli ortodossi sembra essere più diffusa la devozione a questo Arcangelo piuttosto che Barachiele.
Viene quasi sempre dipinto con una corona ed una frusta – la prima sta a coronare il successo degli sforzi spirituali degli uomini, la seconda per soggiogare i potenti della terra al servizio di Dio.
In alcune rappresentazioni cattoliche viene invece raffigurato con un cuore infuocato che simboleggia il Santo Cuore di Cristo.
È generalmente riconosciuto come il protettore dei lavoratori, specialmente quelli che lavorano per la gloria di Dio (altre fonti affermano protegga quelli che operano nei campi della ricerca).
Non è raro dunque che venga pregato per intercedere presso Dio da persone con problemi lavorativi o incerte sul loro futuro professionale.
Gli appartengono i titoli “Cognitio Dei” e “Deum laudantibus; praemia retribuo”.
Tra gli ortodossi sembra essere più diffusa la devozione a questo Arcangelo piuttosto che Barachiele.
Viene quasi sempre dipinto con una corona ed una frusta – la prima sta a coronare il successo degli sforzi spirituali degli uomini, la seconda per soggiogare i potenti della terra al servizio di Dio.
In alcune rappresentazioni cattoliche viene invece raffigurato con un cuore infuocato che simboleggia il Santo Cuore di Cristo.
È generalmente riconosciuto come il protettore dei lavoratori, specialmente quelli che lavorano per la gloria di Dio (altre fonti affermano protegga quelli che operano nei campi della ricerca).
Non è raro dunque che venga pregato per intercedere presso Dio da persone con problemi lavorativi o incerte sul loro futuro professionale.
Gli appartengono i titoli “Cognitio Dei” e “Deum laudantibus; praemia retribuo”.
SEALTIELE
Nemico giurato dell’intemperanza e della smoderatezza, in alcune regioni viene anche chiamato Selaphiel.
È l’Arcangelo che protegge dagli istinti delittuosi ed invita all’incessante preghiera (difatti viene quasi sempre rappresentato con un incensiere o con le mani giunte al petto in segno di riverenza).
Viene indi invocato da alcuni ortodossi qualora non riescano a concentrarsi durante le preghiere.
Vi potrebbe essere un riferimento a lui nell’Apocalisse (8:3):
È l’Arcangelo che protegge dagli istinti delittuosi ed invita all’incessante preghiera (difatti viene quasi sempre rappresentato con un incensiere o con le mani giunte al petto in segno di riverenza).
Viene indi invocato da alcuni ortodossi qualora non riescano a concentrarsi durante le preghiere.
Vi potrebbe essere un riferimento a lui nell’Apocalisse (8:3):
“E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un incensiere d’oro; e gli furon dati molti profumi affinchè li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono.”
A lui sono riconosciuti i titoli “Petitio Dei” e “Oro, supplex, acclinis”.
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