lunedì 14 luglio 2014

LA MORTE E' RINASCITA...LA CHIESA SI OPPONE ALLA TEORIA DELLA REICARNAZIONE...MA LEGGENDO QUESTO ARTICOLO SI TROVANO DELLE CITAZIONI CHE DIMOSTRANO IL CONTRARIO.


LA MORTE E' RINASCITA...LA CHIESA SI OPPONE ALLA TEORIA DELLA REICARNAZIONE...MA LEGGENDO QUESTO ARTICOLO SI TROVANO DELLE CITAZIONI CHE DIMOSTRANO IL CONTRARIO.

Il Cristianesimo non è affatto estraneo al tema della reincarnazione, che è stato artificialmente cancellato dal corpo dottrinale solo con il Concilio di Costantinopoli II, indetto dall'imperatore Giustiniano nel 553 d.C. Ecco alcuni spunti interessanti: Innanzitutto anche nella religione ebraica, che è la radice del Cristianesimo, è presente il concetto della reincarnazione, nello specifico nella sua componente mistica ed esoterica della Qabbalah, dove è definita “Ghilgul” (lett. "ciclo", "ruota"). La reincarnazione era conosciuta ed avvalorata tra gli Esseni, nella cui comunità si è incarnato Gesù e da cui ha tratto i primi insegnamenti. Sant'Agostino (354-430 d.C.), si chiede nelle “Confessioni”: "La mia infanzia ha forse seguito un'altra mia età, morta prima di essa? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre? ... E ancora, prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo?" Un altro Padre della Chiesa San Girolamo (347-420 d.C.), vissuto per anni in Oriente, sosteneva tale dottrina ed affermava: "Non conviene si parli troppo delle rinascite, perché le masse non sono in grado di comprendere." San Giustino, martirizzato verso il 165 d.C., aveva la sua concezione della metempsicosi: "L'anima abita più di una volta in corpi umani, ma se si sono rese indegne di vedere Dio in seguito alle loro azioni durante incarnazioni terrestri, riprendono corpo in animali inferiori." Origene (III sec. d.C), uno dei massimi Padri della Chiesa, sosteneva la tesi reincarnazionista: "Le anime che richiedono i corpi si vestono di essi e, quando queste anime cadute si sono elevate a cose migliori, i loro corpi si annientano ancora una volta. Così le anime svaniscono e riappaiono continuamente." In una preghiera di Sinesio, (370-480 d.C.), vescovo di Tolemaide, recita: “Padre concedi che la mia anima possa fondersi nella luce e che non sia respinta nell’illusione materiale”. Anche in altri suoi scritti si legge la preoccupazione riguardo la rinascita incarnativa e la preghiera di essere purificato per evitare questa discesa dell’Anima nei mondi materiali. Josephus (Flavio Giuseppe), storico ebreo del primo secolo d.C, annota nel suo Guerra giudaica (3, 8, 5) e nel suo Antichità giudaiche (18, 1, 3) che la reincarnazione veniva diffusamente insegnata ai suoi giorni (lo stesso afferma Philo Judaeus, suo contemporaneo di Alessandria). Vi sono vari passaggi del Nuovo Testamento che possono essere compresi solo considerando che la reincarnazione fosse un credo comune ed accettato: Matteo (16:13-14) scrive che quando Gesù chiese ai suoi discepoli: “Chi dicono che io sia?” essi risposero: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista [giustiziato pochi anni prima], altri Elia ed altri Geremia o uno dei Profeti”. Ancora in Matteo (15:10-15) durante l'episodio della trasfigurazione sul monte Tabor: “ ‘Ma io vi dico che Elia è già venuto e non lo hanno riconosciuto’, allora i discepoli compresero che aveva parlato di Giovanni il Battista”. Sempre in Matteo (17:13) troviamo che Gesù disse ai suoi discepoli che Giovanni Battista era stato Elia. Infine estremamente significativa in Giovanni (9:2-4) la domanda fatta dai discepoli a Gesù se un uomo nato cieco avesse peccato lui o i suoi genitori. Come avrebbe mai potuto peccare prima della nascita se non in un'altra vita?

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