Vedi quanta potenza, quale velocità, possiedi? E se tu puoi tutto questo, non lo può forse Dio?
Così tu devi pensare Dio: tutto ciò che esiste egli lo contiene in sé stesso come oggetto di pensiero, il mondo, sé stesso, il tutto.
Se dunque tu non ti rendi uguale a Dio, non puoi comprenderlo; poiché il simile è intellegibile solo al simile. Ingrandisci te stesso fino a raggiungere la grandezza senza misura, liberandoti da ogni corpo; elevati al di sopra di ogni tempo divieni l’eternità: allora comprenderai Dio.
Una volta convinto che per te non vi è niente di impossibile, stima te stesso immortale e capace di comprendere tutto: ogni arte, ogni scienza, l’intima natura di ogni essere vivente. Sali più in alto di ogni altezza, scendi più in basso di ogni profondità.
Riunisci in te stesso le sensazioni di tutti gli elementi creati, del fuoco, dell’acqua, dell’aridità e dell’umidità, immaginando di essere ugualmente in ogni luogo, nella terra, nel mare, nel cielo, immaginando in non essere ancora nato, di essere nel ventre della madre, di essere giovane, di essere vecchio, di essere morto, di essere quello che sarai dopo la morte, Se tu comprendi tutte queste cose insieme: tempi, luoghi, sostanze, qualità, quantità, tu puoi comprendere Dio.
Se tu invece trattieni la tua anima prigioniera del corpo, la diminuisci e affermi: “io non comprendo niente, io non posso niente (…)che cosa hai a che fare allora con Dio?
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