lunedì 17 aprile 2017
IL GRANDE SEGRETO DI TESLA .............
IL GRANDE SEGRETO DI TESLA di Daniela Bortoluzzi per Edicolaweb
Il nostro tipo di vita attuale e tutte quelle straordinarie tecnologie che oggigiorno diamo semplicemente per scontate, sono in realtà possibili unicamente grazie alla fulgida mente di un uomo il cui genio indiscusso risulta a tutt'oggi ancora insuperato, Nikola Tesla. Senz'ombra di dubbio Tesla fu il più grande inventore del XX secolo, eppure, malgrado abbia contribuito in modo fondamentale a moltissime innovazioni scientifiche, il suo nome - in campi come l'elettronica e la fisica - è a malapena ricordato… tant'è vero che spesso e volentieri sono attribuite a Thomas Edison invenzioni che invece furono sviluppate e brevettate da Tesla. Senza contare che molte delle "fantastiche" invenzioni di Tesla, a suo tempo screditate, si sono dimostrate valide quando... furono realizzate in tempi successivi da altri.
Come mai erano state screditate in un primo momento? Semplice: c'è voluto tutto questo tempo... per metabolizzare le stupefacenti idee di un genio come lui! A causa di una serie di problemi finanziari che lo investirono in età matura, Tesla era costretto a traslocare spesso dagli hotel dove risiedeva, ogni volta che non riusciva più a saldare i conti. Il Waldorf Astoria di New York, ad esempio, sua residenza per vent'anni, cessò di fargli credito nel 1029, quando lo scienziato si spostò al St. Regis (ma anche da lì, più tardi, dovette andarsene per lo stesso motivo).
Costretto per mancanza di finanziamenti a spostarsi da un albergo all'altro, doveva spesso lasciare sul posto bauli di documenti, a garanzia dei suoi debiti. E questi bauli, mai ritirati, furono oggetto di un'affannosa ricerca iniziata subito dopo la sua morte, perché qualcuno pensava che potessero rivelare molti segreti sulle sue scoperte e sulle sue invenzioni. Alla sua morte (1) alcuni rappresentanti dell'OAP (2), su richiesta dell'FBI, andarono all'Hotel New Yorker - sua ultima residenza - e sequestrarono tutto quello che era appartenuto a Tesla. Due autocarri pieni zeppi di documenti, diari, mobili e oggetti personali furono così mandati alla "Manhattan Storage and Warehouse Company", dove il carico fu aggiunto alla trentina di casse e pacchi di fascicoli già custoditi in quel deposito fin dagli anni '30. L'intera collezione fu sigillata su ordine dell'OAP. Strana procedura, visto che Tesla, anche se di origine Yugoslava, aveva da anni la cittadinanza americana... Dopo la sua morte, il Governo Americano si diede un gran da fare per scovare tutti i suoi documenti (diari, appunti, note e ricerche) prima che lo facessero altre potenze straniere. L'FBI sospettava che l'intelligence tedesca avesse già fatto sparire, molti anni prima della sua morte, del materiale con cui i nazisti avrebbero sviluppato la tecnologia necessaria a costruire dischi volanti. Quindi, per evitare che un episodio analogo potesse ripetersi, venne confiscata e fatta sparire qualunque cosa ricollegabile anche solo lontanamente a Tesla. Tuttavia, una dozzina di scatole di appunti lasciati in pegno negli hotel dove aveva alloggiato, erano stati tempestivamente venduti per ripagarsi dei conti inevasi; di conseguenza, la maggior parte di queste scatole non fu mai ritrovata. Inoltre, come ebbe a dichiarare Sava Kosanovic (3), qualcun altro aveva già passato a setaccio le cose appartenute a Tesla, ancor prima dell'arrivo dell'OAP... Nel 1976, quattro anonime scatole piene di fogli furono messe all'asta a Newark, nel New Jersey, durante la vendita della proprietà di un certo Michael P. Bornes, un ex libraio di Manhattan. Le scatole furono acquistate da un tale di nome Dale Alfrey, che se le aggiudicò per 25 dollari. Quando Alfrey, che non aveva la benché minima idea di cosa contenessero, si mise a guardare nelle scatole per vedere se aveva fatto un affare, ci trovò quelli che sembravano diari e annotazioni personali di un tizio di nome Nikola Tesla. Ma, paradossalmente, nel 1976 il nome Nikola Tesla non era molto conosciuto e Alfrey, dopo aver dato un'occhiata sommaria a quel materiale credette d'aver trovato gli appunti d'uno scrittore di fantascienza, tanto incredibili gli sembrarono le cose lette..
Così, dal momento che non contenevano alcunché di valore, Alfrey sistemò le vecchie scatole nel seminterrato di casa, ripromettendosi di dar loro un'altra occhiata in futuro, magari quando avesse avuto più tempo. Prima che Alfrey trovasse questo tempo, passarono vent'anni; il loro contenuto, nel frattempo, si era seriamente compromesso e, a causa dell'umidità del seminterrato, i diari erano pieni di muffa e l'inchiostro era molto sbiadito... Alfrey, che fino a quel momento s'era disinteressato completamente di quel materiale, a quel punto fu preso dalla smania di salvarlo e impedire che si perdesse per sempre. Iniziò così un lavoro molto scrupoloso: era deciso a tentare di copiare tutto prima che fosse troppo tardi. E durante questo lavoro certosino, Alfrey si trovò ben presto coinvolto dall'emozionante lettura di quegli straordinari diari. Le annotazioni di Tesla erano scioccanti e per di più contenevano molte rivelazioni segrete della sua vita... dettagli che fino a quel momento non erano mai stati riferiti dallo scienziato, né tantomeno dai suoi biografi. Questi diari rivelavano che nel 1899, quand'era a Colorado Springs, intercettò casualmente diverse comunicazioni di esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere umano preparandolo molto lentamente a un'eventuale dominazione, mediante un programma in atto da millenni, o per meglio dire... fin dalla creazione dell'umanità. Tesla aveva documentato i suoi lunghi anni di ricerche per interpretare quei segnali radio, e tutti i suoi inutili tentativi d'informare il governo e i militari. Si sarebbe anche confidato con alcuni suoi benefattori, incluso il Colonnello John Jacob Astor (4). Anzicché credergli, costoro pensarono invece che l'unica battaglia dell'umanità per riconquistare il controllo del suo destino, fosse quella scatenata da Nikola Tesla... Fu un precursore. Avrebbe voluto elevare l'umanità con tecnologie innovative, ma le sue idee "fantascientifiche" furono accolte con derisione o disprezzo, anche se poi, proprio tra quelli che cospirarono contro di lui, alcuni rubarono molte delle sue invenzioni più favolose. In un articolo intitolato: "Talking with the Planets", pubblicato nel marzo del 1901 sul "Collliers Weekly", Tesla dichiarava: "Mentre stavo migliorando le mie macchine per la produzione di forti scariche elettriche, perfezionavo anche gli strumenti per osservare quelle deboli.
Uno dei risultati più interessanti, e di grande importanza pratica, fu lo sviluppo di certe mie invenzioni per individuare - a distanza di molte centinaia di miglia - una tempesta in arrivo, la sua direzione, la velocità e la distanza..
. Fu proprio durante questo lavoro che scoprii per la prima volta quei misteriosi effetti che avrebbero suscitato in me un così insolito interesse. Avevo talmente perfezionato l'apparato in questione, che dal mio laboratorio nelle montagne del Colorado avrei potuto sentire le pulsazioni del globo, notando ogni minimo cambiamento elettrico come se fosse stato all'interno di un raggio di 1.100 miglia. Non potrò mai dimenticare le mie prime sensazioni quando mi resi conto che avevo individuato qualcosa d'incalcolabile conseguenza per l'umanità. Mi sentii come se fossi stato presente alla nascita di una nuova conoscenza o alla rivelazione di una grande verità. Le mie prime osservazioni, mentre ero da solo di notte nel mio laboratorio, mi terrorizzarono positivamente come se fossi stato in presenza di qualcosa di misterioso, per non dire di soprannaturale; tuttavia, in quel momento, l'idea che questi disturbi fossero dei segnali controllati intelligentemente non mi era ancora balenata nella mente. I cambiamenti elettrici che avevo notato stavano ripetendosi periodicamente e con così chiara indicazione di numero e ordine che non erano assolutamente imputabili ad alcun fattore a me noto. Ero abituato a disturbi elettrici come quelli prodotti dal Sole, dall'Aurora Boreale e dalle vibrazioni della terra, e quindi ero sicuro che quelle variazioni non erano dovute a nessuna di queste cause. La natura dei miei esperimenti precludeva la possibilità che i cambiamenti fossero prodotti da disturbi atmosferici, come è stato asserito avventatamente da qualcuno. Fu proprio dopo essermi reso conto di questo, che capii che probabilmente i disturbi che avevo osservato erano dovuti a un controllo intelligente. Anche senza poter decifrare il loro significato, era impossibile per me pensare ad essi come se fossero stati completamente fortuiti. Il sentimento che sta crescendo in me continuamente è che io sia stato il primo a sentire il saluto di un pianeta a un altro. C'era uno scopo preciso dietro a quei segnali elettrici." Decenni dopo, Tesla annunciò: "L'anno scorso ho dedicato molto del mio tempo a perfezionare un nuovo apparato, molto piccolo e compatto, dal quale può essere lanciata nello spazio interstellare a qualunque distanza e senza la minima dispersione, energia in considerevole quantità". ("New York Time", domenica 11 luglio 1937) Tesla non rivelò mai pubblicamente alcun dettaglio tecnico della sua nuova trasmittente, ma nel suo annuncio del 1937 rivelò una nuova formula che dimostrava che: "L'energia cinetica e potenziale di un corpo è il risultato del moto ed è determinata dal prodotto della sua massa con il quadrato della sua velocità. Riducendo la massa, l'energia si riduce in ugual proporzione. Se fosse ridotta a zero, l'energia sarebbe zero moltiplicato per qualunque velocità." ("New York Sun", 12 luglio 1937 p. 6.) Nell'estate del 1997, dopo aver finito di leggere tutto il contenuto dei quattro scatoloni, Alfrey era pronto ad analizzare i documenti salvati nel computer, alquanto meravigliato dall'assenza di disegni e schemi. Non sapeva ancora che Tesla non illustrava mai le sue idee, perché le sue invenzioni si basavano unicamente su schemi mentali. Alfrey s'era anche accorto che nei diari di Tesla c'erano vari "buchi" di giorni, mesi e perfino anni, ragion per cui cominciò a pensare che ci potessero essere degli altri diari in qualche magazzino o soffitta dimenticata.
Nel tentativo di ritrovarli, si mise a fare ricerche in Internet, sperando di trovare qualche informazione in merito. Riuscì invece ad attirare l'attenzione di qualcuno che preferiva che quei diari sparissero per sempre... Nel settembre del 1997, un giorno in cui Alfrey era solo in casa, un certo Jay Kowski gli telefonò dicendogli d'essere interessato ai diari di Tesla.
Dopo qualche minuto di conversazione, d'improvviso cadde la linea e contemporaneamente suonò il campanello di casa. Mentre stava andando ad aprire la porta, Alfrey trovò tre uomini nell'ingresso. Prima ancora che potesse aprir bocca, uno di loro gli disse: "La porta era aperta John, spero che non le dispiaccia se siamo entrati". I tre, vestiti di nero e in modo identico, sembravano dei M.I.B. (5)... e si capiva subito che non erano venuti amichevolmente. L'uomo che gli aveva parlato chiamandolo per nome, continuò a rivolgersi ad Alfrey in quel modo, come se l'avesse conosciuto personalmente. Gli altri due, invece, rimasero vicino alla porta fissandolo per tutto il tempo e non parlarono mai. La situazione, sempre più allarmante, culminò quando l'uomo disse d'essere venuto per i diari e che avrebbe avuto guai seri se non glieli avesse dati. In un primo momento Alfrey disse che non erano in vendita, ma l'uomo gli rispose che sua moglie e i suoi figli sarebbero stati in serio pericolo se non avesse collaborato. Alfrey rimase allora impalato e incapace di spiaccicare una parola, in preda al panico, fino al momento in cui gli sconosciuti se ne andarono, improvvisamente... A quel punto, ripresosi in parte dallo shock iniziale, si precipitò fuori di casa per richiamarli, ma di loro e della loro auto non c'era più traccia.
Allora corse di nuovo in casa e chiuse a chiave tutte le porte. Poi andò nello studio dove teneva le quattro scatole e il computer, ma le scatole, i documenti al loro interno e i dischetti... erano spariti. E come se ciò non bastasse, gli intrusi avevano cancellato completamente l'hard disk del computer. Tutto il suo lavoro su Nikola Tesla gli era stato tolto. Fortunatamente, grazie a tutte quelle ore passate a leggere i diari di Tesla, Alfrey aveva memorizzato abbastanza i loro contenuti, il che gli consentì una loro sommaria ricostruzione, che fu documentata in un libro (6). Chissà! Forse quelle scatole non erano le ultime e potrebbero essercene ancora una dozzina da qualche parte, in attesa d'essere ritrovate; quelle che, secondo i giornali dell'epoca, il governo americano non riuscì mai a trovare... Cosa potrebbero contenere? Possiamo solo fare delle speculazioni: forse custodiscono ancora la conoscenza proibita di civiltà aliene... I diari scoperti da Alfrey rivelarono un lato sconosciuto di Tesla. Lo scienziato, a quanto pare, aveva passato parecchi anni a decifrare i segnali misteriosi sentiti la prima volta nel 1899 a Colorado Springs. Secondo Tesla, sulla Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano preciso l'evoluzione dell'umanità. Si tratterebbe dei creatori della prima razza umana sul nostro pianeta. Forse Tesla era convinto di questo dopo aver decifrato i messaggi alieni? In tal caso sarebbe spiegata la sua ossessione di voler creare apparecchiature per far cessare la guerra e il suo desiderio di far capire al mondo che l'umanità doveva restare unita contro quelli che lui avvertiva, a torto o a ragione, come nemici: gli extraterrestri.
Per fronteggiare questo pericolo, parlò spesso del "Raggio della Morte" e delle "Torpedini senza ali", in grado di volare senza propulsori; forse tra i primi accenni ai dischi volanti. Inutile dirlo, fu screditato a priori e deriso. Tesla s'impegnò anche per creare energia gratis da fonti alternative. S'era reso conto, con ogni probabilità, delle future conseguenze derivate dal riscaldamento globale e dall'effetto serra... Le lettere che Tesla aveva spedito ai suoi amici al governo, dove parlava delle sue preoccupazioni, furono ignorate. Conosceva il più grande segreto del mondo, ma nessuno lo ascoltò. C'è da chiedersi come mai sia stato scritto così poco sul fatto che Tesla era convinto d'aver ascoltato dei segnali radio alieni... È possibile che la verità sia stata tenuta segreta? Note: 1. 7 gennaio 1943, all'età di 86 anni. 2. Office of Alien Property (letteralmente: Ufficio delle Proprietà Straniere). 3. Nipote di Tesla. 4. Proprietario del Waldorf Astoria Hotel. 5. Acronimo di "Men in Black", dall'omonimo film. 6. "The Lost Journals of Nikola Tesla: HAARP - Chemtrails and the Secret of Alternative 4"
. daniela.bortoluzzi@fastwebnet.it http://www.edicolaweb.net/icone11a.htm
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