Toccare ferro, munirsi di un corno portafortuna, mai passare sotto ad una scala…
Una serie infinita di gesti ed abitudini, spesso fatti in maniera inconscia, che sono riusciti a sopravvivere durante i secoli entrando a far parte della nostra quotidianità.
Il tutto si può riassumere in un unico termine: SUPERSTIZIONE.
L’etimologia del termine, che deriva dal latino superstitio, era la pratica usata dagli antichi romani nell’invocare le divinità al fine di far tornare sani e salvi (appunto ‘superstiti’) i loro cari da viaggi o da guerre.
Mentre le superstizioni si sono tramandate nel tempo, se ne è invece persa l’origine. In questo articolo torneremo quindi alla radice di alcuni nostri gesti, ritrovandone il significato.
INTRODURRE UN OMBRELLO IN CASA O POGGIARE UN CAPPELLO SUL LETTO PORTA MALE
Entrambe le azioni hanno un denominatore comune: il prete, recandosi nell’abitazione di un moribondo, posava il proprio copricapo sul letto, prima di celebrare l’estrema unzione. Inoltre era spesso seguito da un chierichetto che reggeva un baldacchino simile ad un ombrello. Nel medioevo invece, alla morte di un cavaliere, era tradizione porre l’elmo sopra alla sua bara.
GLI ARTISTI ODIANO IL VIOLA E… ‘MERDA, MERDA, MERDA!’
E’ nota la superstizione sugli abiti di colore viola che porterebbero sfortuna soprattutto agli attori. Questo dipende dal fatto, che in passato, durante il periodo della Quaresima, ogni divertimento e le opere teatrali erano assolutamente vietate. Chiaramente una forzata inattività non giovava ai portafogli degli attori che hanno di conseguenza associato il colore quaresimale ad un chiaro segno di sventura.
Calpestare un escremento si dice che porti bene. Allo stesso tempo l’augurio che si fanno gli attori è ‘merda, merda, merda’! Anche questo curiosa superstizione è legata al mondo degli artisti. In un periodo nel quale si viaggiava con le carrozze, se l’affluenza in teatro era alta, i cavalli in attesa fuori dall’edificio lasciavano sul piazzale antistante, diversi ‘ricordini’.
MAI PASSARE SOTTO AD UNA SCALA A PIOLI POGGIATA AD UN MURO
E’ chiaro che se c’è una scala poggiata ad un muro, siano in corso dei lavori e non sia molto furbo passarci sotto. A parte il discorso pratico, si crede che, a livello simbolico, la scala crei la forma di un triangolo che rappresenta la Trinità. Entrare nel triangolo implica ‘spezzarlo’, rifiutarlo, portando quindi a nefaste sorti per lo stolto avventore.
I GATTI NERI CHE TI ATTRAVERSANO LA STRADA, PORTANO SVENTURA
L’ahimè povero felino, tanto celebrato come divinità in religioni antiche, con l’avvento del cristianesimo è stato associato ad un simbolo pagano da evitare. Si aggiunge la credenza medievale che le streghe potessero trasformarsi in gatti neri oppure che il gatto stesso, fosse addirittura l’incarnazione di Satana.
ROVESCIARE IL SALE A TAVOLA PORTA MALE
Quasi tutti sono al corrente di questa superstizione. Il motivo, altrettanto ovvio, era che il sale in passato era un bene costoso e preziosissimo; sprecarlo implicava sventura.
Una volta ‘commesso il danno’, in molti ne prendono qualche granello tra le dita e lo lanciano dietro la spalla sinistra. Gesto scaramantico, in quanto il lato sinistro è quello deputato da sempre al maligno. La versione in questo caso è duplice: potrebbe significare d’ingraziarsi il diavolo offrendogli un bene prezioso o l’esatto contrario, cioè scagliargli dei granelli negli occhi!
IL FERRO DI CAVALLO
Appeso fuori dall’uscio di diverse abitazioni, simboleggia un portafortuna. Le punte devono essere rivolte rigorosamente verso l’alto o l’effetto benefico si annulla.
In questo caso la superstizione affonda le sue radici in un’antica leggenda anglosassone. Il fabbro Dunstan, divenuto successivamente arcivescovo di Canterbury e poi santo, all’epoca incontrò il diavolo che gli ordinò di ferrare il suo cavallo. Satana, aveva fattezze caprine e Dunstan lo ingannò ferrando il suo stesso zoccolo. Ritrovandosi zoppicante fecero un patto: se glielo avesse tolto, chiunque avesse da quel momento appeso un ferro di cavallo alla propria porta, sarebbe stato immune dal male.
LO SPECCHIO ROTTO
E’ noto a tutti: specchio rotto equivale a sette anni di sfortuna. Il motivo? Semplice. La lastra di vetro ricoperta da una lamina d’argento aveva un costo spropositato che nel medioevo si equiparava, guarda caso, con il corrispettivo di sette anni lavorativi.
Concludo con una superstizione che è divenuta anche un modo di dire nel nostro linguaggio corrente: “Alzarsi col piede storto”.
Gli antichi romani associavano la gamba sinistra a qualcosa di negativo e quindi, se per caso al risveglio scendevano dal proprio giaciglio proprio con quell’arto, erano capaci di restare a poltrire perché tanto, sarebbe comunque stata una giornata nefasta!
di William F. K.
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