giovedì 22 giugno 2023

LE TRADIZIONI CHE PRECEDONO LA NOTTE DI SAN GIOVANNI DI CESARINA BRIANTE


“Chi non coglie aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”. Le tradizioni che precedono la notte di San Giovanni sono molteplici. Si tratta per lo più di riti propiziatori o divinatori che si avvalgono di erbe ed elementi naturali reperibili in maniera semplice e che variano di luogo in luogo. Usanze antiche volte per lo più a combattere gli influssi malefici o risolvere le situazioni sentimentali. Un mazzetto di alloro posto sotto il cuscino permetteva di sognare il futuro sposo, il cardo dava poi risposte precise riguardo l’amore. La vigilia di San Giovanni si raccoglieva un cardo fiorito e lo si bruciacchiava. Si metteva il fiore in un bicchiere d’acqua e lo si esponeva alla rugiada : se il cardo si riprendeva era segno che le nozze si sarebbero celebrate in tempi imminenti, in molti luoghi era usanza porre il cardo scottato nella fenditura di un muro. .. Con due cardi si otteneva un responso simile ma più mirato. Il rito si iniziava al tramonto; se ne bruciacchiava sempre la testa e si ponevano i due cardi in un bicchiere avendo cura di posizionarne uno verso l’interno della stanza e l’altro verso l’esterno. Se la mattina successiva uno dei due cardi si era raddrizzato allora significava matrimonio in vista. Se a essere diritto era quello che guardava l’interno lo sposo sarebbe stato un ragazzo del luogo, se era il cardo rivolto all’esterno a riprendersi, il futuro consorte era un forestiero. Se i cardi si riprendevano entrambi era segno che i pretendenti fossero almeno due. Se un cardo si riprendeva a metà era segno che la ragazza si sarebbe sposata ma non in tempi brevi.. I grandi falò avevano uno scopo propiziatorio e protettivo. Una notte tanto densa di energia che si accompagna a quella del Solstizio d’Estate. In molti luoghi del Bel Paese si usava (e in molti casi ancora è in voga) consumare lumache in quanto dotate di corna. Le lumache avevano quindi una doppia valenza: mangiarle permetteva di inghiottire ed eliminare il male ma nel contempo anche di propiziare la fortuna. Gli antichi riti contadini che segnavano il passaggio delle stagioni e i momenti salienti della vita rurale hanno inglobato le funzioni cattoliche: i santi, le festività religiose, vennero inserite in quello che oggi definiamo folklore. San Giovanni Battista è un santo importante, colui che ha battezzato Gesù, una figura che ha ispirato leggende. E la tradizione vuole che nella notte a lui dedicata, le streghe, chiamate al potere di Salomè ed Erodiade, si radunassero per compiere magie e incanti. Ma era anche la notte magica, quella in cui la rugiada diventa feconda acqua di vita. Le fanciulle usavano mettere una bacinella d’acqua sul davanzale contenente erbe o fiori in numero dispari. La mattina l’acqua profumata era usata per lavarsi il viso e le mani: La ruta,ritenuta un valido rimedio contro l’artrite e le infiammazioni, utilizzata anche per contrastare il malocchio. L’artemisia, erba con poteri anticancerogeni, ottima per la purificazione di luoghi e oggetti, specialmente gli specchi e quindi considerata utile per eliminare ogni “velo” o negatività che offusca la bellezza. La salvia, dalle molteplici virtù salutari e la menta che aiuta la concentrazione. L’iperico, noto anche come “erba di San Giovanni”, un tempo usato per cicatrizzare le ferite e per allontanare gli spiriti oscuri, il rosmarino per la bellezza dei capelli e la memoria. L’aglio, efficace contro i vampiri, fonte di potere e ricchezza tanto che : “Chi non coglie aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”. Si ritiene infatti che l’aglio acquistato o raccolto a San Giovanni sia un amuleto potente che protegge e apporta ricchezze al suo possessore.

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