sabato 30 agosto 2014

GLI INDIANI CI INSEGNANO COME COMUNICARE CON GLI ALBERI Mitakuye Oyasin – siamo tutti fratelli

Comunicare con gli alberi è semplice e al contempo difficile, semplice perché è una pratica che tutti possiamo attuare, difficile perché è necessario aprire mente e cuore e non tutti riescono a farlo. Per iniziare cerchiamo un albero, non ha importanza quanto grande sia, ne se sia in un parco o in un bosco, importante è invece che ci sia spazio intorno all’albero per sedersi e restargli vicino appoggiati in modo agevole. Avvicinatevi all’albero e salutatelo, abbracciatelo come si fa con un vecchio amico, poi se possibile, toglietevi le scarpe e sedetevi sopra un panno portato per l’occasione e appoggiate la schiena all’albero. Rimanete in attesa e volendo potete cogliere l’occasione per presentarvi all’albero, a voce alta o solo pensando e magari fargli qualche domanda. Non aspettatevi risultati al primo tentativo, anche se non è impossibile e ricordatevi che se non sentite nulla, forse siete voi che non sentite. Passato un lasso di tempo che ritenete giusto, alzatevi, ringraziate l’albero e abbracciatelo di nuovo (Mitakuye Oyasin – siamo tutti fratelli) ed eventualmente lasciate un’ offerta di tabacco o semi ai piedi dell’ albero. Alcune note pratiche: la scelta dell’albero, grande o piccolo che sia, non è importante perché tutti gli alberi sono connessi tramite le radici a Inamaka (Nonna Terra) e anche il più tenero fuscello condivide la sapienza della quercia centenaria o delle secolari sequoie. Se volete essere certi che le parole che giungono alla vostra mente vengano dall’albero, ricordate che gli alberi non vi lodano, non hanno bisogno di ingraziarsi nessuno, quindi la maggior parte delle volte i loro messaggi vi toccheranno dove vi fa più male, le lodi e le belle frasi probabilmente sono un trucco del vostro io cosciente. Infine, come mi diceva sempre il primo anziano che conobbi: “non fidarti ciecamente di quello che ti dico, prova se va bene per te e se funziona usalo” Mitakuye Oyasin Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perchè nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. E' suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanita. Tatanka Yotanka (Toro Seduto) 1831-1890 Sioux (Lakota) Non è come nasci, ma come muori che determina a che popolo appartieni! Hehaka Sapa (Alce Nero) 1863 - 1950 Sioux ( Oglala Lakota) http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=67308372

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