martedì 27 dicembre 2016

RITI DI CAPODANNO.......................

 L'anno nuovo viene immaginato come un bambino allegro e capriccioso. Burlone e ficcanaso  sparge doni a piene mani,  passando velocissimo di casa in casa.   E' a lui che si brinda, alle promesse di momenti felici che vorrà lasciarci.

Viceversa, l'anno vecchio è  visto come un vegliardo brutto, gobbo e storto che se ne va, viene cacciato via in malo modo con tutti i guai che ci ha procurato.

Per accelerare la sua fuga viene accompagnato, allontanato e spaventato da scoppi di petardi, mentre ci si accattiva il favore del  nuovo arrivato con colori, candele, fuochi e doni.

In questa notte un pò folle si osservano con attenzione gli eventi poiché  se ne possono trarre molti auspici, e soprattutto si rispettano i rituali propiziatori per attrarre a sé la fortuna, anch’essa a passeggio  in questa notte, a guardare qua e la dove tornare nel corso dell’anno nuovo…  Si dice ad esempio, che chi canta a capodanno, canterà tutto l'anno, stessa cosa vale per chi piange, ride, balla o lavora.

Per questo motivo ci si fa trovare in piena festa, ben vestiti, davanti ad una tavola riccamente imbandita, circondati in allegria da amici e parenti.

Per attirare l’attenzione della Dea Bendata e del felice Popolo Invisibile, ci si circonda in questo momento specialissimo, di oggetti, colori, cibi invitanti .Tutto dev’essere bello, piacevole, attraente, sia per noi che per Loro…

Il Piccolo Popolo di cui ricerchiamo l’amicizia ed i doni, apprezza tutto quanto c’è di meglio in sapori, colori e profumi,, compatibilmente con le loro preferenze.

Anche se non mangeranno il nostro cibo sul piano fisico, saranno attratti dal suo richiamo e si nutriranno delle sua componente “astrale”.

In questi momenti di festa, attratti dalla nostra euforia, sono più che  mai vicini alle nostre tavole, alle nostre case e, se affascinati e allettati da ciò che gli offriamo,  non esiteranno a lasciarci i loro doni in cambio…

Queste creature meravigliose, proprio perché sono “elementali”,  rispondono al richiamo, all’attrazione fatale che gli giunge appunto del regno o dell’elemento a cui appartengono: terra, fuoco, aria ed Acqua.

Allo stesso modo, ciascuno di noi, a seconda del proprio segno zodiacale, subisce l’influsso  dell’Elemento che lo rappresenta, poiché, com’è noto, i segni zodiacali, non sono “singoli”, isolati nel cielo, ma sono “cugini”, quattro triadi di cugini, amici e “parenti  proprio per via dell’elemento d’appartenenza.

I tre cugini di Terra sono Vergine Toro e Capricorno

I tre cugini di Fuoco sono Ariete, Leone e Sagittario,

I cugini d’Acqua sono Cancro Scorpione e Pesci,

e per finire, i cugini d’Aria sono Bilancia, Acquario e Gemelli.

 Ciascuno ha i suoi Pianeti Governatori, i metalli, i colori, i fiori, i profumi, l’animale totem, e naturalmente cibi, oggetti e, visto che a Capodanno dobbiamo sfoderare tutte le nostre armi.



                        I CIBI & LA FORTUNA

Oltre al menù di Capodanno, generalmente molto ricco che varia da una regione all'altra, ci sono i cibi “cult” che si tramandano da sempre.

 La fortuna, e dunque anche il danaro e, l’oro, come abbiamo visto, è qualcosa che si attrae, e da sempre si dice che il simile attrae il simile, ed ecco che  si mangiano le tradizionali lenticchie, simbolo del danaro che entra in casa, perché sono  come   piccole monete, perfettamente rotonde e piatte. Simbolicamente tengono lontana la povertà.

Lo zampone o il cotechino di maiale, cibo caldo, grasso, speziato, piacevole al palato, sontuoso sulla tavola, è  auspicio di prosperità, sazietà, di buon cibo nutriente e sensuale che non mancherà per tutto l'anno... E’ il rituale che allontana lo spettro della fame e della carestia.

L’uva, così succosa, zuccherina, nei suoi grappoli turgidi e colorati rappresenta l’abbondanza. Per il suo simbolismo sacro, offerta con il grano a Dio nella Messa come: “frutto della terra e del lavoro dell’uomo” rappresenta i desideri che si realizzano, le grazie ricevute…

I FRUTTI – TALISMANO

 Sono ritenuti portatori di fortuna tutti i frutti rossi e quelli che che si sviluppano all’interno di un guscio robusto, solido che li protegge dagli attacchi esterni. Particolarmente favoriti sono i gusci spinosi o legnosi. Altri portafortuna sono i frutti con abbondanti chicchi, soprattutto se sono dolci e succosi. La magia funziona per similitudine e dunque, per analogia, il guscio che ha protetto il frutto,  proteggerà con  la sua forza la persona che lo possiede.

Frutti portafortuna sono dunque le  noci, le  nocciole, le pigne, le castagne ed anche le ghiande. Meravigliosi talismani sono dall’antichità più remota i melograni, al cui interno i chicchi, rossi e lucenti sembrano gioielli scintillanti racchiusi in uno scrigno. Preziosa è l'uva, il grano ed il riso...

Ben lo sanno i gioiellieri, molto attenti ai simboli portafortuna che riproducono in oro o argento per la gioia di chi li riceverà in dono.

Belli a vedersi ed efficaci portafortuna sono i PEPERONCINI ROSSI il loro effetto scaramantico si sintetizza nel colore rosso, nel loro fuoco interno, e nella forma appuntita che come il cornetto è  capace di lacerare, smontare e distruggere il cosiddetto “ malocchio”. Mazzetti e ghirlande  di peperoncini sono belli e colorati per le decorazioni, e sempre più spesso spuntano a sorpresa anche nei bouquet da sposa…

 Per  richiamare in modo irresistibile il danaro, appendete dietro alla porta, dalla parte interna, un sacchetto  con delle MONETE D’ORO. Ovviamente,  è sufficiente che le monete siano di cioccolato, ma avvolte nella luccicante stagnola dorata...  per il folletto incaricato, non fa differenza,  riconoscerà la forma ed il colore, e certamente vi sarà riconoscente dopo averne apprezzato il buon sapore, “eterico”.  Notoriamente, il “ popolo fatato” non attribuisce la minima importanza al valore venale delle cose. Accettano con gioia fili e perline colorate donando in cambio pepite d’oro e pietre preziose che raccolgono nelle miniere.



LA LEGGENDA DEL VISCHIO:

 E' il portafortuna sacro dei paesi nordici, diffuso ormai in tutto l'occidente. Per la sua rarità e per il suo modo così misterioso di riprodursi, fu sempre ritenuto una pianta sacra.

I Celti ne avevano un culto particolare, veniva chiamato "colui che guarisce tutto" o anche "acqua di quercia"  perchè vive spesso in simbiosi con le querce sacre a Odino.

Nella notte del solstizio d'inverno, i sacerdoti druidi, vestiti di una tunica bianca, andavano alla sua ricerca nelle profondità del bosco. Ne tagliavano i rami con un falcetto tutto d'oro, facendoli cadere nei mantelli bianchi perch non toccassero sul terreno.

Ancora oggi è un valido portafortuna e si usa spesso colorarlo d'oro perchè assumendo le caratteristiche del nobile metallo, aumenti il buon auspicio.

E' ritenuto  particolarmente favorevole agli innamorati per via di una suggestiva leggenda, che però pochi conoscono.

C'era una volta un troll, un folletto libidinoso che amava girare di notte per le case degli umani baciando sulla bocca le donne addormentate. Le cose andarono abbastanza bene fino a quando baciò la donna di un grande mago druido... Il marito, che conosceva le formule magiche, imprigionò per sempre il folletto nelle bacche appiccicose del vischio,

Per indispettirlo ulteriormente, lo appese sullo stipite della porta e fece sfilare tutte le coppie di innamorati del paese, invitandoli a baciarsi proprio sotto ai suoi occhi…

La storia si è persa, ma la tradizione è rimasta... A capodanno, gli innamorati di ogni età si scambiano baci di buon auspicio sotto ai mazzi di vischio appesi sull'uscio di casa.

Regalare il vischio, significa auspicare un amore che rimane vivo e intenso, come il desiderio del folletto baciucchione che, intrappolato nelle bacche continua a desiderare ardentemente i baci che ha rubato...



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