martedì 18 dicembre 2018

GLI INCANTI DEL FREDDO NELLE DODICI NOTTI SACRE....



Gli incanti del freddo inverno nelle dodici notti sacre

Magia del Solstizio tra i il crepitio del fuoco e del ghiaccio

Nelle lunghe notti invernali, si vive immersi in un’atmosfera particolare dove il fuoco si presenta sovrano degli elementi. Il crepitio leggero del ghiaccio e quello delle fiamme che avvolgono, come in un abbraccio, il legno, sono i sacri rumori che accompagnavano le 12 notti. Gli antichi romani ponevano a protezione la famiglia attraverso un rito particolare rivolto ai Lari:

Si usava infatti creare statuette che rappresentavano coloro che in vita avevano tanto amato i loro nipoti, figli e i membri del casato. Erano immagini plasmate con le mani. Con cera o terracotta i Lari prendevano forma. Le statuette erano dette perciò Sigillum cioè effigge, segno.

I bimbi rifinivano le statue, le lucidavano, le curavano, poste in un piccolo recinto se ne prendevano cura. Una fiamma le illuminava e alla vigilia della festa detta Sigillaria (20 dicembre) si offrivano doni e si pregava i propri cari… e i bambini venivano ricompensati. La mattina seguente trovavano regali che i nonni e gli avi avevano lasciato, in cambio del vino e del cibo offerti la sera precedente, quale segno di un amore, un filo sottile e tenace che la morte non può spezzare. E questa fu forse l’origine dei doni e delle tradizioni del Natale. Questo modo di onorare i defunti sopravvisse fino al XV secolo ma la storia si fonde alla leggenda, alle tradizioni di luoghi, ai culti e alla cultura dei popoli (1) .

Con il tempo molti di questi riti sembravano andare a sparire. Sopravvivevano nelle campagne però molte tradizioni così che il passato non venisse mai del tutto cancellato. Le antiche non avevano molto a disposizione e col passar delle epoche anche le segnature e i rituali dovevano essere celati ad occhi indiscreti. La bellezza della magia trasforma ogni elemento anche il più umile in qualcosa di meraviglioso, tra questi la cenere. La polvere di Scendra, così era chiamata dalle mie parti la cenere magica, che le Donne Sagge di un tempo conservavano. Possiamo farla anche noi se abbiamo un caminetto o abbiamo voglia di bruciare le erbe in un piccolo braciere..

Mi ricordo di un’anziana che molto tempo fa mi raccontava le antiche abitudini che precedevano il Natale. La sua nonna prendeva alcune foglie secche di salvia e le bruciava poi ne aggiungeva le ceneri a un po’ di sale grosso: posto negli angoli purificava i locali. Oggi si può mettere un po’ di salvia su un apposito carboncino e una volta raffreddato porlo agli angoli del locale. (Si può anche mettere carboncino sale e cenere in un bicchier d’acqua). Lo si lascia fino a Natale poi si getta il tutto avendo cura di rispettare la natura.

A Natale bruciava ginepro e un po’ di corteccia di quercia poi conservava la cenere in un sacchettino giallo. Serviva da protezione. Le ragazze che avevano un desiderio da realizzare prendevano la cenere dal camino la mattina di Santo Stefano, vi aggiungevano zucchero e vi passavano un nastro rosso con cui legavano il vischio o l’abete da appendere all’ingresso. Questo portava amore e visite gradite! La cenere avanzata si poneva in un cofanetto con una monetina di rame (1 o 2 cent attuali vanno benissimo) per propiziare abbondanza e ricchezza…

Alcune raccomandazioni: non lasciare mai candele e bracieri accesi senza controllo da parte di un adulto. Aerare sempre i locali se si usano incensi e fare attenzione a manipolare brace, cenere e materiali caldi onde evitare scottature. I residui di riti e usanze dovrebbero essere sempre smaltiti in modo ecologico.

(1) Fonte di comparazione in riguardo alle tradizioni romane dei Lari : Giuseppe Di Luca, Quando Le Feste Erano Cristiane, edizioni Città Nuova - pagina 28 - 29

Immagine dell'autrice CESARINA BRIANTE scattata il 18/12/2018

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