giovedì 10 maggio 2018

“GUARIRE CON IL SUONO” di Anne Givaudan


È una certezza che vive nei cuori della gente fin dalla notte dei tempi. Il suono fa parte non solo della nostra vita, ma ne accompagna ogni istante. Che venga emesso con la voce o tramite uno strumento, è portatore di emozioni che, molto spesso, ci dirigono. Il bambino cullato dal canto della mamma si calma, così come i militari, al ritmo di una musica a due tempi avanzano con passo cadenzato, pronti al combattimento. Agendo sui nostri neuroni e i nostri comportamenti, il suono calma, dinamizza o destruttura.

Alcuni anni fa, uno studio asserì che si erano verificati numerosi suicidi al suono di una musica gitana peraltro romantica. In questi tempi, molti pubblicitari studiano l’impatto delle musiche diffuse nei grandi magazzini affinché i consumatori acquistino molti prodotti in meno tempo possibile.


Molto più che vibrazioni....


Il Verbo è quindi creatore e non si tratta né di un’immagine né di una parabola, ma di una realtà molto concreta. Non avete mai sentito parlare dei suoni acuti in grado di rompere il cristallo? Questa è la prova che i suoni emessi dalla voce hanno una potenza che raggiunge la materia densa. È quindi evidente che i suoni influenzano non solo le nostre anime, ma tutto il nostro corpo.
Fin dalle prime settimane, attraverso le ossa del cranio ed il bacino della madre, il feto si trova in relazione con l’esterno, soprattutto con i «rumori » e le «voci». Nei mesi seguenti, percepirà le basse frequenze che lo faranno vibrare. La sua sensibilità al suono lo farà muovere in modo armonioso e, in quei momenti privilegiati, noi potremo anche percepire stiramenti o gesti della mano che manifestano la sua soddisfazione. Se durante la gravidanza vengono ascoltate una o più musiche, il neonato le riconoscerà e si calmerà quando le sentirà nuovamente. Allo stesso modo sarà interessato o spaventato anche dalle voci amichevoli o non amichevoli ascoltate durante i primi nove mesi.
Un potere penetrante dalle mille virtù.....

Il suono penetra ovunque, si insinua nella cellula più piccola, sia che si tratti di cellule umane, cellule vegetali o animali. Le piante e gli animali che captano frequenze più elevate delle nostre, sono anch’essi influenzati dalla musica.

Facendo «ascoltare» della musica classica a delle piante si è potuta osservare una crescita migliore. Al contrario, musiche destrutturate ritardavano considerevolmente la crescita di queste ultime. Il professor Masaru Emoto ha fatto esperienze sorprendenti riguardo la sensibilità delle molecole d’acqua alla musica. Grazie a delle musiche scelte con cura, è riuscito a rigenerare numerose acque inquinate, in modo particolare l’acqua della centrale di Fukushima, in Giappone, proponendo delle meditazioni in modo che insieme si potesse aiutare queste acque a ritrovare la propria vitalità.
Gli animali non sono esclusi dalle influenze sonore poiché è accaduto che una mucca da latte producesse un latte di migliore qualità ascoltando Bach o Mozart. E che dire dei suoni specifici per aiutare la guarigione?
Dal suono alla guarigione....

Consci dell’influenza delle diverse sonorità sugli organismi viventi, si può facilmente comprendere che il suono è anche un favoloso guaritore. Nella pratica dei suoni esseni, il suono è considerato come uno degli elementi essenziali per i riequilibri energetici. 

Qual’è la potenza del suono? Come può reagire sul nostro corpo fisico?
Molte medicine tradizionali conoscono e utilizzano il suono a scopo terapeutico, sia che il suono venga emesso o no. La medicina cinese attribuisce una nota ad ogni organo. Nella medicina ayurvedica si recitano dei mantra durante la preparazione delle pozioni al fine di conferirgli la massima efficacia. Ci si serve dei mantra di guarigione in tutti i tipo di yoga. La medicina sciamanica degli indiani d’America utilizza canti propiziatori per ristabilire la salute. Il Dalaï-Lama ha registrato un CD con mantra di guarigione. Nel Baloutchistan, gli sciamani guaritori suonano delle musiche allo scopo di esorcizzare il loro paziente.

Il canto come balsamo...

La medicina essena, come la medicina cinese o ayurvedica, era una medicina tradizionale riconosciuta da tutti. La voce di latte – cioè l’arte della parola dolce e fluida – ed il suono che guarisce erano parte integrante dell’apprendimento del terapeuta. «Il canto che si espande dalla gola come il latte o una bevanda con miele è come una medicazione su una ferita, un balsamo che calma il dolore spesso accecante», dicevano i grandi terapeuti dell’epoca.

Nelle profondità del monastero del monte Krmel, in Israele, si davano insegnamenti segreti sulla guarigione. Gli allievi – esseni, nazareni o egiziani – erano giovani ragazzi scelti per le loro capacità. Entravano al monastero all’età di sette anni e vi restavano per sei anni. Durante questo periodo, le ragazze ricevevano insegnamenti identici,tenuti da saggi, in luoghi riservati.

Far nascere belle parole......

Mi piacerebbe sottoporre alla vostra riflessione alcune parole degli insegnanti del Krmel, specializzati nell’arte della voce di latte: «Una frase articolata è un universo, una parola pronunciata è un mondo con il suo sole, un suono emesso è un pianeta. Sappiate che in realtà voi siete un Dio per le parole che fate nascere dalla vostra bocca. Esse creano e supportano dei mondi che voi non conoscete […] la vibrazione è la vita più originale che possa mai essere concepita.Quindi è importante che le parole non cadano dalle vostre labbra, ma scorrano dolcemente come un latte di vita.» (Tratto da Mémoire d’Essenien (Memoria di un Esseno) di Daniel Meurois e Anne Givaudan).


In questo modo una frase o solo una parola può essere vitalizzante o devastante in base all’energia che emette, in base all’intenzione di colui che pronuncia le parole ed il modo in cui escono dalla sua bocca. La voce porta in sé tutte le nostre emozioni, tutte le nostre contraddizioni, il nostro amore e il nostro odio. È quindi essenziale che essa diventi un vettore di pace e d’amore se vogliamo che qualcosa cambi su questa Terra. Chi, in balia di un’emozione non ha avuto la voce tremolante o piena di durezza se portatrice di rabbia? Ognuno di noi ne ha fatto l’esperienza. La potenza dei suoni, ancora di più di quella delle parole, è portatrice di distruzione o d’amore.
Ascoltare all’interno di sé stessi
Ci vuole tempo e perseveranza per imparare i suoni di guarigione, per lo meno nella pratica essena, non perché siano difficili da pronunciare, ma perché essi richiedono di essere ascoltati dentro di sé. Dobbiamo dunque far tacere il nostro mentale, compito tra i più ardui della nostra epoca.
Gli esseni sapevano che il corpo emette una musica composta da note emesse da ogni organo che lo compone. Quando un organo è malato, come una nota stonata, mette in disaccordo l’intero strumento. Per accedere alla guarigione, occorre dunque essere in grado di ascoltare la o le note stonate chiudendo i nostri sensi esterni per aprire la porta ai nostri sensi interni. Allora, e solo in quel momento, il terapeuta che ascolta il suono stonato sarà in grado di ridargli la sua nota iniziale e di accordare lo strumento che è il corpo del paziente.
Prendere parte alla sinfonia della Vita
Il suono e l’amore sono dei fattori essenziali per la guarigione. innanzi tutto su un piano energetico e, per risonanza, sul corpo fisico. Allora, cosa desiderare di meglio che diventare strumenti emettitori di musiche armoniose sulla superficie della Terra? In questa maniera, tutti uniti, come gli organi che formano un immenso corpo, noi comporremo la più meravigliosa delle sinfonie, quella della Vita.


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